Sono due le anime del summit italo russo in corso a Trieste. Da un lato l'incontro ufficiale, il Presidente del Consiglio, Enrico letta, che, infreddolito, accoglie il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, in una gelida piazza Unità, a Trieste, sferzata dalla bora. Putin, tra l'altro, è arrivato in ritardo di quasi due ore rispetto all'agenda del vertice, ha passato in rassegna il picchetto d'onore per poi entrare nel palazzo della Prefettura di Trieste, sede dell'incontro.
Dall'altra, invece, la contromanifestazione pacifica e colorata, organizzata da alcune associazioni, tra le quali Arcigay e Arcilesbica, che si battono per i diritti umani, quelli gli stessi che la Federazione russa continua a ignorare, con leggi omofobe e punendo l'omosessualità con la reclusione.
Sventola la bandiera dell'arcobaleno
Mentre le autorità si sono incontrate in una piazza Unità eccezionalmente blindata, a Ponterosso, come annunciato nei giorni scorsi, si è svolta la contromanifestazione per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’atteggiamento del governo della Federazione russa nei confronti dei diritti di lesbiche, gay, bisessuali e trans, "ovvero tutti coloro che lo stesso Putin definisce responsabili di relazioni sessuali non tradizionali e che attraversi norme legislative cerca di contrastare - spiegano le associazioni aderenti -".
Dall'Italia ma anche dall'estero per i diritti umani
Alla contromanifestazione hanno aderito oltre 40 associazioni e alcuni rappresenti politici di Sel 5, M5S e Giovani Democratici e, naturalmente, la madrina dell'evento Vladimir Luxuria.
In centiania le persone accorse a Trieste da tutta Italia e anche dall'estero per sfilare sotto la bandiera dell'arcobaleno, cento metriquadri a rappresentare l'uguaglianza tra gli individui.
Greepeace grande assente
Assente, a Trieste, Greenpeace, che ieri a Roma ha manifestato chiedendo la liberazione degli attivisti Arctic30, accusati di vandalismo. Greenpeace, ricordiamo, aveva già messo in atto una protesta a Trieste durante la Barcolana, nell'ottobre scorso.
Femen in prima linea
Era stata annunciata, ma non data per certa, la presenza delle attiviste di Femen (nella foto una delle tante incursioni delle attiviste) che invece si sono presentate nel capoluogo giuliano. La rappresentanza italiana del movimento ha chiesto la liberazione delle Pussy Riot, una delle quali sarebbe stata trasferita in un carcere in Siberia.
Al centro della contromanifestazione pacifica, quindi, le battaglie per i diritti civili negati nella Federazione russa.
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Via: ilfriuli.it
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