Pubblicato il 15 aprile 2013 20.00 | Ultimo aggiornamento: 15 aprile 2013 20.12<!-- | di luiss_mperrero -->
TUNISI – Amina Tyler è riuscita a fuggire: dopo le minacce seguite alla pubblicazione delle sue foto in topless su internet, come le Femen, la giovane tunisina era di fatto stata sequestrata dalla sua stessa famiglia.
Ma lei non si dà per vinta. ”Continuerò la mia battaglia con una nuova protesta in topless”, ha annunciato via Skype al gruppo femminista ucraino. Dopo la fuga venerdì 12 aprile dalla casa dei genitori, ora la ragazza si trova ora in un luogo segreto.
Teme per la propria incolumità. Dopo la pubblicazione delle foto con la scritta sul seno che rivendica per la donna la ”proprietà” del proprio corpo, Amina ha subito un vero e proprio linciaggio mediatico, sostenuto non solo dai siti dell’integralismo islamico (per lei un imam ha ipotizzato la lapidazione, dopo la fustigazione), ma anche da molti tunisini che da quelle immagini si sono sentiti offesi.
Gli insulti sono stati solo il primo gradino della vicenda: ”Mentre ero in un bar insieme ad alcuni amici, ha raccontato, sono arrivati in macchina mio zio e mio cugino che mi hanno rapita”. Dopo il sequestro gli stessi parenti avrebbero tentato di farla ”curare” da un terapista con psicofarmaci. Poi c’è stata l’incessante visita di persone (ne ha contate trecento) che l’hanno bombardata con un solo messaggio: leggi il Corano.
E’ stata anche trasferita in un villaggio dove ogni giorno era obbligatoria una visita all’imam che le leggeva pagine intere delle parole di Maometto, invitandola a fare un passo indietro. Pressioni psicologiche, ma anche somministrazione di farmaci che la inebetivano per tutto il giorno. ”Qualche volta sono anche riuscita a scappare, ma nessun automobilista mi ha voluto prendere a bordo perché non mi conoscevano. E quindi sono stata ripresa, riportata a casa e lì è ricominciato il solito rituale”.
Nei giorni scorsi Amina è stata riportata nella casa dei genitori a Tunisi, dove è rimasta sino a venerdì, quando è finalmente riuscita a scappare, come denunciato lumedì anche dalla madre. La donna parla della figlia come di una vittima di strumentalizzazioni e forzature a fini politici, afferma che la ragazza è sotto trattamento psichiatrico da sei anni. Ha anche detto di voler chiedere ufficialmente alla Polizia di avviare le ricerche della figlia. Amina teme anche la polizia, forse più degli islamici che le danno la caccia.
Ora la ragazza è lontana da Tunisi, si trova in un luogo segreto, ma non intende assolutamente lasciare il suo Paese, come pure qualcuno aveva ipotizzato. ”Resterò qui, ha detto con convinzione, fino a quando non riuscirò a fare un’altra protesta in topless”.
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Via: blitzquotidiano.it
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