Amina Tyler ha pubblicato il primo libro, edito da Giunti e che racconta le vicende della giovane blogger tunisina.
Facebook. Amina il 1 marzo del 2013 ha postato su Facebook una foto a seno nudo, che grazie al fenomeno virale del web è stata condivisa in tutto il mondo. Aveva appena 18 anni, e sul corpo aveva tatuato il messaggio: “Il mio corpo mi appartiene”.
Libro. Quel gesto è l’apice del pensiero della sua generazione, ossia dei giovani che hanno partecipato alla Primavera araba. Ma con quel post ha compromesso anche la propria libertà: Amina è stata infatti segregata dai genitori, che furono scandalizzati dalle conseguenze che il gesto potesse sortire.
Femen. Amina ha poi aderito al movimento delle Femen, finendo in prigione. Qui si batte in difesa delle detenute, percosse e angariate. Quando uscì di prigione dovette lasciare la Tunisia, in cui non le è più consentito studiare e dove la medesima famiglia teme ritorsioni. Si rifugia a Parigi, qui racconta la sua storia, emblema della protesta contro la dittatura militare o religiosa.
Dichiarazioni. Amina partecipò al talk show di Naoufel Ouertani, dove il suo volto è apparso coperto da pixel. Qui ha spiegato che non era per ragioni sessuali che è apparsa in topless, ma per richiamare l’attenzione sulla liberazione delle donne in una società patriarcale.
Via: mauxa.com
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