Si chiama Josephine Witt ed è l’attivista che ha aggredito ieri il presidente della Bce Mario Draghi nel corso di una conferenza stampa a Francoforte. Non è nuova ad azioni di protesta del genere: ha anche fatto parte del movimento delle Femen, partecipando a diverse azioni, tra cui quella in cui saltò, a seno nudo, davanti a Merkel e Putin alla fiera di Francoforte, e quella in cui manifestò in Tunisia a favore di Amina, la prima Femen araba, sempre svestita, per cui fu arrestata e si fece 29 giorni di carcere.
21enne, originaria di Amburgo e studentessa di filosofia, ha fatto parte della campagna Blockupy e ora agisce da sola: “L’attacco con i coriandoli non è stata un’azione delle Femen: mi spiace signore. Mi considero un’attivista freelance. Sono una ex Femen, protesta libera!”, ha scritto sul suo profilo Twitter commentando l’”aggressione”.
The #confetti-attack was not a #femen protest, I’m sorry ladies. I consider myself a freelance-activist. #exfemen #ecb Free Riot!
— Josephine Witt (@josephine_witt) 15 Aprile 2015
“Avete visto che faccia ha fatto?”, ha detto in un altro tweet parlando dell’espressione tra il sorpreso e terrorizzato sfoggiata dal presidente della Bce: “Non era contro Mario Draghi, ma contro ciò che rappresenta” ha poi spiegato in un’intervista dopo essere stata rilasciata dalla stazione di polizia dove è rimasta in custodia per un paio d’ore.
Take a look at this face! #confettigate #ecb We own our own lives! pic.twitter.com/VyIcM0FaLe — Josephine Witt (@josephine_witt) 15 Aprile 2015
“Da tempo in Germania ci sono queste proteste contro la Banca centrale per la situazione greca, a Francoforte c’è stata una mobilitazione durata un mese contro il suo nuovo grattacielo – ha spiegato in un’intervista al Corriere della Sera -. Si tratta di un’istituzione che ha un’enorme influenza sulle nostre vite e però su di lei non c’è nessun controllo di tipo democratico, non viene eletta. Rappresenta l’arroganza del potere, privato della legittimità popolare. È il grande problema della politica europea – ha proseguito – l’assenza di verifiche democratiche sulle decisioni che vengono prese e condizionano le vite di decine, anzi di alcune centinaia di milioni di persone”.
E il web se la ride:
16 aprile 2015
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