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Mario Draghi contestato da Josephine Witt
Mario Draghi è stato interrotto mentre stava parlando in conferenza stampa seguente l'incontro del direttivo dell’Eurotower. La donna, una manifestante di Blockupy è riuscita a salire sul tavolo dove era seduto il presidente della Bce, al quale ha lanciato coriandoli sul capo. La donna non ha però mai toccato fisicamente Draghi. Dopo i primi attimi di terrore, sul volto dell'economista è tornato il sorriso e ha proseguito nella sua relazione dopo l'allontanamento della ragazza da parte degli uomini della sicurezza
La sua contestazione a Mario Draghi a suon di coriandoli le ha dato un po’ di notorietà, facendola finire sui telegiornali di mezzo mondo. Ma chi è Josephine Witt, la ragazza che ha scelto questa originale forma di protesta contro il Presidente della Banca Centrale Europea? Origine tedesca, classe 1993, vero nome Josephine Marckmann, questa ragazza è un ex membro delle Femen, il contoverso gruppo di attiviste femministe assurte a fama internazionale protestando contro i potenti della Terra a seno nudo, e dietro la cui creazione si cela in realtà un uomo. Da qualche tempo Josephine Witt si è dissociata dalle Femen, ma prosegue la sua fervente attività politica contro il Potere.
Da oltre un anno la ragazza sostiene di non avere più rapporti con le Femen, e di cui, più che essere un membro, si considerava ‘un’attivista freelance‘, per usare le sue parole. Sarà anche stata con un piede dentro e con uno fuori all’organizzazione, ma con loro Josephine ha condotto alcune delle battaglie più eclatanti delel Femen, che hanno avuto un enorme impatto mediatico, come ad esempio le manifestazioni contro il presidente russo Vladimir Putin alla fiera di Hannover, avvenute nell’aprile 2013, o a Tunisi contro la detenzione dell’attivista tunisina Femen Amina Tyler nel mese successivo, e per la quale è finita in carcere insieme ad altre due ragazze con l’accusa di atti osceni, e condannata a quattro mesi di detenzione, pena poi sospesa con la condizionale.
Molte altre sono state le ‘performance’ di Josephie Witt salite alla ribalta mediatica, come le accuse contro i Mondiali di calcio in Qatar per lo sfruttamento dei lavoratori o durante la Fiera di Natale nella cattedrale di Colonia prendendo di mira il vescovo, proteste sempre contrassegnate da scritte sul corpo nudo, slogan di protesta che a buona parte dell’opinione pubblica sembra una semplice forma di esibizionismo. Ma all’epoca in un’intervista Josephine Witt dichiarava che ‘quando andiamo nudi in strada, lo facciamo con fiducia e autodeterminazione. Sottolineiamo il controllo sui nostri corpi‘. Adesso deve aver cambiato idea, vista la sua pubblica dissociazione su Twitter dalle Femen, e la nuova strategia di protesta inaugurata in solitario contro Mario Draghi, fingendosi una giornalista di Vice Magazine per dichiarare lo ‘stop alla dittatura della BCE‘. Dalle mammelle in mostra ai coriandoli sparati in faccia, a non mutare è la determinazione della ragazza contro i potenti, sempre a favore di telecamera: l’importante è che se ne parli.
Via: qnm.it
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