Il Papa al centro delle polemiche da settimane, aggredito anche dall'interno; ecco perché gli anacronistici assalti a Francesco perdono la credibilità
Aggiunto da Andrea Bosio il 15/11/2014.
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Roma – Papa Francesco e la Chiesa cattolica sotto assedio: l’attacco combinato dei conservatori interni e delle Femen, più Giulia Innocenzi, è diretto allo scranno di Pietro. A differenza di altre occasioni, quando le critiche ai pontefici e alla gerarchia ecclesiastica potevano trovare un riscontro nella realtà, il polverone sollevato in questi giorni è strumentale e decisamente infondato.
LE ULTIME FRECCE – Quelle scagliate dalle Femen sono le frecce più spuntate della contestazione alla Chiesa; traggono origine da un interventismo politico ormai defunto anche in Italia, spentosi dopo Wojtyla e mai risorto. Il ruolo di Bagnasco alla guida della Cei non è stato certo uguale a quello di Ruini per partecipazione ai salotti e agli intrighi della politica, così come Benedetto XVI e Francesco hanno evitato il duro interventismo di molti dei loro predecessori.
Le critiche avanzate per decenni hanno trovato risposte negli ultimi due pontificati: maggior chiarezza e decisione nel perseguire le accuse di pedofilia – con i processi canonici più veloci e netti dei corrispettivi civili – nessuna intromissione diretta nelle questioni politiche, una povertà evangelica non solo predicata ma anche praticata, a partire da un cammino di trasparenza economica tutt’ora in corso, tra le mille difficoltà e resistenze interne.
L’assalto delle Femen e le loro motivazioni, allora, in questo quadro risultano credibili quanto ribadire l’errore delle Crociate, strumenti del tutto anacronistici e inutili in un dibattito che voglia veramente contribuire a migliorare la situazione attuale.
DISCRIMINAZIONE – La frase incriminata di Giulia Innocenzi, l’erede morale e materiale di Santoro, sul preservare la libertà negando la parola a Francesco al Parlamento europeo, crolla da sola senza nemmeno sia necessario approfondire il tema. Non esiste libertà che sia preservabile se la si nega a qualcuno; la libertà consiste non solo nella possibilità della Innocenzi di sostenere le sue opinioni, ma anche in quella di Francesco di sostenere qualcos’altro, fosse anche l’esatto opposto. La tendenza, però, è quella di omologare l’opinione, sostituendo una dialettica costruttiva con una sterile contrapposizione bene-male: paghiamo decenni di berlusconismo, certo, ma anche una cultura sociale italiana fondata sul “pericolo rosso” sbandierato dalla Dc, in un continuo tentativo di demonizzare l’altro. Ora colpisce la Chiesa e Francesco, ma ogni vittima che si arrende è sempre una ricchezza in meno per la democrazia.
DOTTRINA: NON CAMBIA NULLA – Papa Bergoglio è in continuità con papa Ratzinger, che è in continuità con papa Wojtyla: il Sinodo straordinario e il pontificato del vescovo argentino dicono questo. Cambiano – eccome se cambiano! – toni e dimensione pastorale; dalle docce per i clochard alla “catechesi di santa Marta”, Francesco sta portando a galla una serie di cambiamenti della Chiesa che c’erano già ma erano spesso schiacciati da una gerarchia che si trovava in difficoltà nel leggerli e interpretarli. Se l’approccio al sacramento del matrimonio rimane dottrinalmente identico, i diversi toni nell’accoglienza di chi è in difficoltà nel suo cammino cristiano cambiano la delimitazione del campo di gioco.
I conservatori – vescovi e cardinali americani in testa – non sembrano essersi accorti di questo e, uguali uguali alle Femen, reiterano attacchi anacronistici.
REAZIONE INCONSULTA – L’idea che si ricava da questo panorama è quella di una reazione inconsulta di una serie di forze, ciascuna conservatrice a modo proprio. I conservatori ciechi che si oppongono al Concilio vaticano II, le Femen e la Innocenzi sono accomunati da una visione della Chiesa cattolica che non ha (più) nulla a che vedere con la realtà; vuoi per cambiamenti fisiologici, vuoi per veri miglioramenti, vuoi per sagge scelte dei pontefici, la Chiesa con cui costoro hanno a che fare non è quella con la quale sono cresciuti e hanno formato le loro opinioni su di essa. Messi di fronte a un soggetto nuovo e all’evidenza di opinioni non più aderenti ai fatti, reagiscono con attacchi scomposti e di scarsa credibilità, suscitando ilarità nel migliore dei casi, ma più spesso un rinforzo nel loro “avversario iconico”, ancora più esortato a mantenere la rotta.
Andrea Bosio
@AndreaNickBosio
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Via: wakeupnews.eu
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