Attualità/
di Angela Curatolo
Il loro stile di protesta estrema è il topless sabotage: arrivano nel luogo e si mettono a tette fuori, dipinte con scritte. Pacifica e ironica della morbosità. Questa volta, però, due attiviste del Femen rischiano da uno a tre anni di carcere in Turchia. Hanno tentato di sabotare le elezioni, entrando in una sezione elettorale di Istanbul, proprio quella dove avrebbe dovuto votare Erdogan, presidente Turco, a dorso nudo con su scritto “Ban Erdogan”.
Il primo ministro, sapendo che Solene e Elvire, il nome delle due Femen lo stavano attendendo, ha cambiato all'ultimo minuto seggio per il voto.
In ogni caso le due ragazze francesi, “speciali soldati di Femen”, così vengono chiamate dal movimento sextremist, sono state accusate di “atti osceni in luogo pubblico”.
Il rischio serio è che debbano scontare fino a tre anni di prigione.
“ Prigione per Erdogan e non le protestanti”. Le Femen tengono a ricordare, “Il nostro movimento è a supporto della rivoluzione in Turchia, dei cittadini coraggiosi che combattono la dittatura di Erdogan”. Fanno sapere, inoltre, che “sempre più donne turche sono felici di partecipare a questa rivoluzione pubblicando messaggi con la foto del proprio corpo nudo.”
Il messaggio conclusivo delle Femen, “La rivoluzione non può essere imprigionata”, “il coraggio non potrà mai essere minacciato”, “la libertà non può avere paura”.
Una rivoluzione basata sul principio se sono le tette che vogliono, le tette avranno a iosa? E diventa protesta andare a domicilio a mostrarle.
Sembrino cavalcare all'ammazzone questa morbosità dell'uomo per le tette.
Infatti hanno anche un femenshop dove, tra le altre cose, si può acquistare l'impronta delle tette e si può anche scegliere l'attivista.
Via: giornaledimontesilvano.com
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