La triste storia di Amina, l’attivista del movimento Femen di cui non si avevano più notizie dopo le foto a seno nudo, sembra essersi risolta per il meglio. Il suo avvocato Bochra Bel Haj Hamida, a sua volta membro dell’associazione femminista, ha infatti dichiarato di essere riuscita a mettersi in contatto telefonico con la giovane tunisina e ha assicurato che sta bene. "Ho insistito molto per sapere se stava male e mi ha detto di no” ha specificato l’avvocato, “Amina vuole essere solo lasciata in pace” dopo lo scandalo provocato dalle immagini nelle quali appariva a seno nudo con scritte come "Il mio corpo mi appartiene" e "Il mio corpo non è di nessuno" sulla pelle.
Amina, prima femen ad aver osato fotografarsi in topless nella tradizionalista Tunisia, aveva provocato con il suo gesto un’ondata di polemiche. Prima, aveva ricevuto minacce e insulti sui social network, in seguito, l’imam Adel Almi aveva persino emesso una fatwa nella quale chiedeva che la ragazza venisse frustata e lapidata. A questa notizia, le compagne dell’associazione d’origine ucraina Femen, avevano lanciato l’allarme: “temiamo per la sua vita” avevano scritto sul blog ufficiale “FreeAmina”. Inoltre, il 4 aprile prossimo è stata istituita una giornata di solidarietà internazionale per Amina. Giornata che le Femen non intendono disdire, nemmeno dopo le parole tranquillizzanti del legale di Amina: “Non ci fermeremo fino a che non sentiremo la voce di Amina e non rivedremo il suo viso. Fino al momento in cui questo non avverrà, non ci arrenderemo e continueremo a cercarla”. Le attiviste non sembrano infatti convinte da quanto dichiarato dall'avvocato di Amina: la Femen tunisina a seno nudo, infatti, secondo molte compagne attiviste, potrebbe ancora rischiare la lapidazione.
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