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Ha il seno nudo, istoriato secondo quella che è ormai diventata una tradizione del gruppo, e una pistola in bocca, che stavolta, al contrario di ciò che è accaduto per Dominique Venner, non sparerà. Si tratta di una militante delle Femen, accorsa ieri a Notre Dame per denunciare gli atti d’omofobia e criticare lo spettacolare suicidio dell’ideologo di estrema destra, mimando l’atto nel punto esatto in cui si è consumato. Pochi minuti per la giovane donna, che è entrata in sordina e si è esibita in short rossi poco lontano dall’altare, puntando una pistola finta anche sui presenti, prima di raggiungere l’uscita dove è stata intercettata dagli agenti di sicurezza della cattedrale che l’hanno consegnata alla polizia presente all’esterno, prima di fermare il logo per una quindicina di minuti.
Un lungo altamente simbolico ritorna ad esser teatro di una performance di protesta delle Femen, che invece di accorrere in massa come già accaduto in occasione delle dimissioni di Benedetto XVI°, hanno offerto un “singolare omaggio” al contestato personaggio, con un duplice messaggio che resta iscritto sul corpo della donna, portavoce di alcune rivendicazioni ormai note espresse con le parole in fronte “may fascist rest in hell” e retro “in gay we trust”.
Via | lemonde.fr/societe
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