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Esclusiva FG – Una chiacchierata con le ragazze che stanno movimentando Euro2012
Incontro Enrica, responsabile della sezione italiana delle FEMEN, in un bar vicino alla Stazione Termini. L’idea era di fare una chiacchierata per capire di più delle ragazze che stanno creando scompiglio tra i tifosi di Euro 2012.
Le due ore che ci eravamo date per conoscerci passano in fretta. Enrica non si sottrae alle mie domande e alle mie curiosità. Mi spiega cosa ci sia dietro il topless provocatorio, quali siano i valori che ispirano le attiviste delle FEMEN.
Enrica mi racconta un mucchio di aneddoti, mi racconta, per esempio, che il topless come modalità di protesta è nato per caso. Durante una manifestazione un’attivista viene strattonata dalla polizia, nella colluttazione saltano i bottoni della sua camicetta attirando inevitabilmente tutti i flash dei fotografi presenti. In quel momento le ragazze capiscono che avevano trovato il modo per farsi ascoltare.
Quando il nostro tempo finisce ci accorgiamo che il vissuto raccontato è troppo interessante perchè rimanga confinato a una chiacchierata a due.
Chi sono le attiviste di Femen? Quando nasce il gruppo?
Le FEMEN nascono nel 2008 e sono maggiormente studentesse universitarie tra i 18 e i 21 anni. Femen nasce dall’idea di lotta contro il turismo sessuale, il sessismo e la prostituzione che in Ucraina sono molto presenti, basti pensare che molte studentesse si prostituiscono per pagarsi gli studi e molti hotel offrono dei servizi che comprendono anche la compagnia di belle ragazze.
Perché state manifestando contro Euro 2012?
Ci battiamo da anni contro Euro 2012 con il desiderio di smascherare la situazione sociale ucraina. Portare nel cuore dell’ucraina una manifestazione come Euro 2012 ha peggiorato le condizioni degli abitanti e mostrato al mondo una fetta irreale e creata per l’occasione della nostra società.
L’esempio più lampante è quello della strage dei cani: che il randagismo fosse altissimo non era un mistero ma decidere deliberatamente di operare una mattanza dei cani e dei gatti pur di non mostrare l’arretratezza ucraina ai turisti è senza dubbio una mossa inumana. Allo stesso modo, sono stati presi provvedimenti che rendessero più violento il mercato della prostituzione qui in Ucraina.
Legalizzare la prostituzione, come molti suggeriscono, non è la soluzione. Lo sarebbe prendere atto della realtà e operare una radicale opera di istruzione ed educazione, ma nessuno dei nostri capi machisti ammetterebbe di dover affrontare il problema, tanto più quando gli fa più che comodo.
Mi sembra di capire che siete contrarie alla prostituzione ma avete una modalità di manifestazione quanto meno ambiguo, come mai la scelta del topless?
Il topless è nato come mezzo comunicativo e ha senso nel suo contesto originario. Richiama l’attenzione della stampa ed è certo inusuale. Inoltre usare il proprio corpo per una manifestazione da il significato dell’unità inscindibile tra corpo e spirito: non si può combattere qualcosa senza metterci tutto il proprio se.
Ma non rischiate che il mezzo oscuri il messaggio?
Non è difficile incorrere nell’errore di accusarci di eccessiva disinibizione, così come non è facile essere in grado di essere spettatori consapevoli e coscienti delle nostre proteste: noi manifestiamo con la sicurezza che il 70% possa fraintendere, ma che il restante 30% abbracci la nostra causa con intelligenza. Tuttavia esporsi al rischio fa parte della pratica di provocazione incarnata dalle nostre proteste.
Anche nella società italiana, così sensibilizzata all’esposizione del corpo femminile, può essere un valido strumento di protesta?
Il contesto italiano è purtroppo molto ricco di problematiche sociali che evidenziano una condizione poco favorevole per noi donne. Come la stessa ONU ha confermato recentemente il nostro paese occupa il penultimo posto tra i paesi europei sul tema dell’equiparazione di genere. Elaboreremo le giuste misure tenendo sempre conto di fare un confronto tra i contesti in cui queste devono essere maggiormente efficaci.
Il nostro interesse sarà quello di rimanere un gruppo ”fuori dalle righe”: il mezzo espressivo adottato di volta in volta sarà quello più efficace a veicolare il messaggio e potrebbe, eventualmente, essere anche il topless se ritenessimo acquisisse il valore che ha assunto per FEMEN all’atto del suo primo utilizzo.
Passiamo ai fatti di cronaca degli ultimi giorni. Il 15 giugno tre attiviste, Alexandra Shevchenko, Yana Zdanovo e Anna Bolshakova, sono state rapite per alcune ore a Donetsk. Poco prima del match Ucraina-Francia sono state seguite da 15 uomini e trattenute fino al giorno dopo. Cos’è successo alle ragazze?
Le tre ragazze sono state illegalmente trattenute dalla polizia, malmenate e successivamente rilasciate. Ma le ragazze non si sono perse d’animo, qualche giorno dopo Inna Shevschenko ha lanciato una torta in faccia al portavoce del Ministero dell’Interno ucraino che stava parlando con alcuni giornalisti e Oksana Shacko si è spogliata nella fan-zone dei tifosi svedesi al grido di “fuck euro 2012” La ragazza è stata immediatamente fermata dalla polizia e arrestata successivamente.
E’ la prima volta che subite intimidazioni di questo tipo?
Le ragazze hanno già subito un rapimento nel dicembre 2011, Inna Shevchenko, Oksana Shachko e Alexandra Nemchinova insieme al cameraman Kitty Green, sono state sequestrate a scopo intimidatorio dopo una protesta contro il regime di Lukashenko a Minsk.
Avete timori per il futuro?
Tutta questa attenzione e il continuo controllo da parte della polizia è il segnale che il governo vuole eliminare FEMEN nell’imminente futuro. Ad oggi inoltre la corte non ha condannato le azioni della polizia ucraina mentre le attiviste sono considerate colpevoli di aver violato l’articolo 173 del codice ucraino.
Maria Scopece
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Via: canalejuve.it
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