Sembra ormai un calvario la vita di Amina, la ragazza tunisina che, pubblicando su Facebook alcune sue fotografie in topless così come fanno le attiviste di Femen, ha scioccato il suo Paese e fatto infuriare i fondamentalisti. Ora, dopo essere stata sequestrata e vessata dai suoi familiari, è riuscita a fuggire e non si tira indietro: «Continuerò la mia battaglia con una nuova protesta in topless», annuncia.
Amina, dopo la fuga venerdì scorso dall’abitazione dei genitori, si trova ora in un luogo segreto, da dove via Skype ha raccontato al sito di Femen quanto le è accaduto e soprattutto i timori per quel che le potrebbe accadere. Dopo la pubblicazione delle foto in topless (con la scritta sul seno che rivendica alla donna la «proprietà» del proprio corpo), Amina ha subito un vero e proprio linciaggio mediatico, sostenuto non solo dai siti dell’integralismo islamico - per lei un imam ha ipotizzato la lapidazione, dopo la fustigazione -, ma anche da molti tunisini che da quelle immagini si sono sentiti offesi.
Ma gli insulti sono stati solo il primo gradino della vicenda: «Mentre ero in un bar insieme ad alcuni amici - ha raccontato - sono arrivati in macchina mio zio e mio cugino che mi hanno rapita». Prima il rapimento, poi il tentativo, andato a vuoto, di farla «curare» da un terapista, quindi l’incessante visita di persone (ne ha contate trecento) che l’hanno bombardata con un solo messaggio: leggi il Corano. Poi ancora il trasferimento in un villaggio dove ogni giorno era obbligatoria una visita all’imam che le leggeva pagine intere delle parole del Profeta, invitandola a fare un passo indietro. Pressioni psicologiche, ma anche somministrazione di farmaci che la inebetivano per tutto il giorno. «Qualche volta - ha raccontato - sono anche riuscita a scappare, ma nessun automobilista mi ha voluto prendere a bordo perché non mi conoscevano. E quindi sono stata ripresa, riportata a casa e lì è ricominciato il solito rituale».
Nei giorni scorsi Amina è stata riportata nella casa dei genitori a Tunisi, dove è rimasta sino a venerdì, quando è finalmente riuscita a scappare, come denunciato stamattina anche dalla madre. La donna parla della figlia come di una vittima di strumentalizzazioni e forzature a fini politici, e afferma che la ragazza è sotto trattamento psichiatrico da sei anni. E nelle prossime ore, chiederà ufficialmente alla Polizia di avviare le ricerche della figlia. Quella stessa Polizia che Amina dice di temere come e più degli islamici che le danno la caccia. Ora la ragazza è lontana dalla capitale, in un luogo segreto, ma non intende assolutamente lasciare la Tunisia, come pure qualcuno aveva ipotizzato. «Resterò qui - ha detto con convinzione - sino a quando non riuscirò a fare un’altra protesta in topless».
Via: lastampa.it
Short link: Copy - http://whoel.se/~MVTYM$2f9