Polemica sterile di una ventina di attiviste del collettivo Femen nei confronti della leader del Front National, Marine Le Pen, punto di riferimento ormai di milioni di francesi delusi dagli slogan politici propagandisti di Nicolas Sarkozy prima e François Hollande poi. Di settimana in settimana, i sondaggisti confermano la crescita del Fn a dispetto del Ps e dell’Ump. Un dominio incontrastato quello della figlia di Jean-Marie. Basti pensare che, durante le scorse amministrative, il movimento di destra ha conquistato decine e decine di centri importanti del Paese transalpino, storicamente governati dalla sinistra francese, ottenendo ben 1400 consiglieri comunali. E così è iniziata la solita campagna denigratoria contro la numero uno del Fn. Una svastica gialla su sfondo blu - per ricordare i colori della bandiera dell’Unione europea, dicono - disegnata sul seno nudo. Si sono presentate così questa mattina fuori dall’edificio in cui la Le Pen ha presentato i candidati del suo partito in vista delle elezioni europee del 25 maggio. Al grido di “Marine fascista!”, le attiviste hanno denunciato “la coalizione di partiti di estrema destra che vuole contaminare” il Parlamento di Strasburgo al voto del mese prossimo. Avanti con le solite filastrocche, insomma. Alcune delle quali – addirittura - indossavano baffetti finti che ricordavano quelli di Hitler, mentre sulla schiena avevano scritto “Epidemia fascista”. “Non lasceremo che l’Europa diventi un’Unione fascista”, hanno cinguettato qualche ora più tardi sul loro profilo Twitter. Rigurgito comunista o la paura fa novanta in vista della sonora sconfitta alle prossime elezioni?
Intanto Marine, spedita come un treno, prosegue la sua battaglia contro le politiche di austerità della Merkel e della Bce. “Il nostro obiettivo è di arrivare primi a livello nazionale”, dice davanti a migliaia di militanti accorsi alla presentazione dei candidati.
La sua battaglia contro l’Ue, ha spiegato la Le Pen, ha tra i primi obiettivi l’accordo di libero scambio che Bruxelles sta negoziando con gli Stati Uniti, e sul quale la Francia dovrebbe porre il veto, e poi l’uscita dall’euro, la lotta contro la “proliferazione” di insediamenti rom e la delocalizzazione di aziende europee in Paesi non membri dell’eurozona.
Giuseppe Sarra
Registrati Subito
');
document.write('
');
document.write('
Short link: Copy - http://whoel.se/~GM5hC$52a