Lei è una delle leader del movimento femminista ucraino Femen. Il suo volto, e sopratutto il suo corpo, hanno rappresentato il simbolo della protesta “rosa” contro i governi del post-Comunismo negli ultimi mesi. Inna Shevchenko è stata, infatti, una delle più ferventi attiviste a battersi per la scarcerazione delle tre rocker della band Pussy Riot, condannate a 2 anni di carcere. Il suo è stato sicuramente uno dei gesti di dissenso più discussi, tra quelli che si sono registrati nei giorni finali del processo: con una sega elettrica ha tagliato una grande croce di legno, dedicata alle vittime dello stalinismo, nel centro di Kyiv. E proprio dalla capitale ucraina, Inna è stata costretta a scappare: troppe erano le pressioni subite dai servizi segreti del suo Paese. E' successo la notte scorsa. La 22enne ha a approfittando dell'oscurità e si è calata di nascosto dal balcone di casa, per fuggire verso Parigi. «Nel mezzo della notte, Inna la hasciato l'appartamento calandosi dal balcone, ha raggiunto la città di Korosten, nella regione di Zhytomyr, seminando le persone che la seguivano, e ha preso un treno per Kyiv a Varsavia». La notizia è riportata sul sito delle Femen che sostengono che la giovane si trovava «sotto la pressione dei servizi segreti e della Chiesa ortodossa» e che per questo si è deciso «di farla scappare in Francia, dove può continuare a lavorare».
Via: fanpage.it
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