26/03/2013, 17:04
TUNISI (TUNISIA) - Una notizia è circolata nei giorni scorsi, su Internet ma anche su qualche quotidiano come Repubblica: Amina Tyler, 19enne cittadina tunisina, è stata condannata alla lapidazione per essersi mostrata a seno nudo, dato che fa parte del gruppo Femen, che si è fatto conoscere per le sue attiviste che manifestano in topless.
Peccato che non si sia tenuto conto di una cosa: anche la Tunisia, nonostante i recenti rigurgiti integralisti portati dalla cosiddetta "primavera araba", è un Paese fondamentalmente laico. E quindi non usa la lapidazione. Cosa che è facilissima da verificare. Basta volerlo. Come mai non ci hanno pensato?
E non è la prima volta che importanti quotidiani prendono cantonate simili. Un altro esempio è quello di Sakineh Mohamadi Ashtoni. Si tratta di una cittadina iraniana e il suo nome uscì fuori per la prima volta proprio su Repubblica, come vittima dell'integralismo religioso di quel Paese e condannata alla lapidazione per adulterio. Qualche facile indagine mi permise di verificare che in Iran non si fanno lapidazioni dal 2000 (e dal 2011 la pena è stata cancellata dal Codice Penale), che Sakineh era sì stata condannata a morte, ma per l'omicidio del marito, commesso insieme all'amante; e che a riferire la cosa ai giornali occidentali era stato un terrorista, Javid Hutan Kian, spacciato dai mass media italiani come avvocato della donna.
Allora vorrei capire: siamo sicuri che si tratti di errori? E' difficile pensare che giornali e Tv di rilievo nazionale assumano degli incapaci. Perchè l'alternativa è che continui in Italia una campagna islamofobica.
di Antonio Rispoli
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Via: julienews.it
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