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Visita ufficiale a Bruxelles movimentata dalle attiviste Femen, per il Premier tunisino Ali Laarayedh. Lo show di protesta è andato in scena a una decina di giorni dalla condanna a quattro mesi di prigione inflitta ad altre tre militanti europee dal Tribunale di Tunisi. Una sentenza che era stata accolta con sorpresa da Bruxelles per l’eccessiva severità. Ai nostri microfoni, il Premier sostiene di non essersi curato dell’accoglienza che gli è stata riservata.
Ali Laarayedh, Primo ministro tunisino
“Una donna libera, una donna lavoratrice, una donna bella, non arriva al punto di denudarsi. Le donne tunisine sono quelle maggiormente danneggiate da questo tipo di azioni. E si tratta di proteste di cattivo gusto”.
Cattivo gusto o no, il numero uno della Commissione europea ha chiesto al governo tunisino di rivedere le norme che regolano il diritto di manifestazione.
José Barroso, Presidente della Commissione europea
“L’Unione europea chiede che vengano riformate le disposizioni ereditate dal regime pecedente, in particolar modo il codice penale, per poter garantire la libertà d’espressione delle donne e degli uomini tunisini”.
La condanna delle tre attiviste europee, infatti, seguiva quella della tunisina Amina: incarcerata a fine maggio, rischia due anni di prigione.
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