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L'ex attivista Femen al quotidiano Libération: "Ho postato quel messaggio non pensando che potesse arrivare alla stampa o alla polizia. A quel punto non potevo dire di aver mentito
-Redazione- L'ex Femen Amina ha inventato tutto: non è vero che è stata aggredita nella metro di Parigi da un gruppo di salafiti, a luglio. E' stata lei stessa ad ammetterlo in una lettera al quotidiano Libération:
"Ho postato il messaggio dimenticando di essere Amina Sboui. Era una richiesta d'aiuto per i miei amici, i miei cari, non era rivolta alla stampa o alla polizia. Il problema - scrive - è che ci sono tanti giornalisti che mi seguono, hanno cominciato a chiamarmi e a scriverci sopra. Non potevo più dire che era una bugia".
"C'erano persone che non mi credevano, ma anche tanti che mi difendevano. Non potevo dire che avevo mentito, era troppo difficile. Temevo di deluderli. So bene che questa menzogna – aggiunge ancora Amina – getta discredito sulla parola delle vittime di violenze sessiste e degli integralismi".
Lo scorso 7 luglio la ventenne tunisina, diventata simbolo della protesta laica contro l'integralismo islamico, e ormai residente a Parigi, aveva raccontato sul suo profilo Facebook di essere stata trascinata con la forza fuori dalla stazione di place di Clichy, poco lontano dal quartiere di Pigalle.
Amina dovrà comparire il prossimo 8 ottobre davanti ai giudici per aver denunciato "un reato immaginario" il prossimo 8 ottobre.
-25 settembre 2014-
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