Di Dimitri Buffa - Care “senonoraquandiste” di questo triste inizio del Terzo millennio, ma alle Femen, segnatamente ad Amina la tunisina che sta ancora in carcere per avere tentato di emancipare le donne di un paese diventato islamista, glielo direste di non usare il proprio corpo nudo per scopi pubblicitari, nella fattispecie politici?
Potreste guardarle negli occhi dicendo loro una simile idiozia? Potreste incrociare con il loro il vostro sguardo politically correct e proibizionista, possibilista sul punire con l’arresto fino a tre mesi e la multa fino a 5 milioni di euro per chiunque rappresenti la figura femminile “con immagini che trasmettono non solo esplicitamente, ma anche in maniera allusiva, simbolica, camuffata, subdola e subliminale, messaggi che suggeriscono, incitano o non combattono, il ricorso alla violenza esplicita o velata, alla discriminazione, alla sottovalutazione, alla ridicolizzazione, alla offesa delle donne”?
Secondo me l’odio anti berlusconiano vi ha fuso il cervello. Non vi ricordate più gli anni sessanta e settanta e siete diventate, per giunta senza esserlo davvero, vecchie e acide insieme a Eugenio Scalfari e Concita De Gregorio. Fosse vivo Sartre, Jean Paul, vi prenderebbe democraticamente a calci nel culo.
Per voi il termine “troia” è simbolo di nefandezza. Fare la pornostar è roba per squilibrate alla Sara Tommasi, e non per manager di sé stesse come Eva Henger, e vivete bene solo entro i recinti protetti delle disquisizioni dei salotti buoni. Avete fatto indigestione degli articoli di Franco Cordero e dei due fratelli Zagrebelsky. Credete che nella vita l’elemento ludico sia solo per chi se lo può permettere. Persino una cassintegrata della Fiat di Melfi, che magari per arrotondare fa la lap dance, è ormai più emancipata di voi.
Io vi esorto a prendervi un nuovo trainer psico politico, un nuovo set di letture e, se del caso, persino un nuovo spacciatore.
Questo paese è ridotto a un camposanto di idee tristi, a un’accozzaglia di moralismi fiscali e sessuali e a una mediocrità colorata dal rosa rosso ramato, stile testa di Ilda, del Pd. Partito che ormai rappresenta solo il piccolo privilegio dell’impiego pubblico, del sindacato e di quella classe di parassiti per mantenere i quali pagate le tasse. Sulla casa, sul lavoro su tutto. Voi siete quella borghesia resa infelice da questo leninismo dell’anima (anche de li mortacci loro) che fa la predica sul corpo vostro. Siete discriminate come donne perché, per censo, non siete degne di “albapariettare” con le cosce di fuori nei salotti buoni, vi chiedono compostezza e povertà e ve la andate a prendere con le modelle che per quattro soldi posano per l’orologio Breil?
Non vi sentite un po’ delle Fantozze?
IL FEMMINISMO NON E’ QUESTIONE DI CENSURA, MA DI DECENZA. A TUTTO C’E’ UN LIMITE
IL FEMMINISMO TALEBANO DEL PD CHE VUOLE IMPEDIRE L’USO DEL CORPO FEMMINILE NEGLI SPOT
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