Un week end di manifestazioni in Francia contro il matrimonio gay ma il governo continua sulla sua strada e non molla.
“Manif pour tous”
Sotto il nome di “Manif pour tous”(manifestazione per tutti), manifestazioni in tutta la Francia sabato 17 novembre contro il matrimonio gay. Più di 100.000 persone hanno sfilato nelle principali città francesi da Parigi a Rennes, Lille, Lione e Marsiglia con lo slogan “Tous nés d’un homme et d’une femme”- Tutti nati da un uomo e una donna- per esprimere la loro opposizione contro il progetto di legge governativo che apre all’adozione e al matrimonio per le coppie omosessuali, un progetto di legge considerato oltretutto favorire i genitori e non i figli.
Manifestazione di Civitas
Nuova manifestazione a Parigi anche domenica organizzata da Civitas, un movimento vicino ai cattolici integralisti che rivendica 1.200 aderenti e circa 100.000 simpatizzanti, una manifestazione espressamente organizzata separatamente da «Manif pour tous».
“Ieri(sabato) i manifestanti erano repubblicani” precisa un trentenne che con tutti gli altri si è dato appuntamento davanti al Ministero della famiglia per poi raggiungere l’Assemblea Nazionale “io sono nazionalista”continua per giustificarsi il giovane. C’è anche chi, come una madre di famiglia presente, precisa che lei invece ha manifestato anche sabato perché “…bisogna essere su tutti i fronti, la causa è troppo importante.”
Per il presidente di Civitas Alain Escada, che sostiene di portare avanti una vera battaglia per la salvaguardia della famiglia e dei bambini, legalizzare il matrimonio omosessuale, giustificato perché unione d’amore, sarebbe come aprire il vaso di pandora e lasciar libero corso a tutte le derive dal matrimonio poligamo a quello incestuoso.
Accanto a questi manifestanti, altri di una contro-manifestazione (peraltro non autorizzata) con femministe di Femen che, arrivate vestite da suore e a seno nudo scandendo lo slogan “In gay we trust”, sono state picchiate insieme a giornalisti che filmavano, da giovani del GUD (Groupe Union Défense), una organizzazione studentesca di estrema destra.
Caroline Fourest e le femministe – visto da una parte
La giornalista Caroline Fourest, presente e presa a percosse, ha dato informazioni e precisazioni sulla dinamica del pestaggio delle ragazze che sono state rincorse e picchiate in tutte le parti del loro corpo.
Caroline Fourest stessa ne ha avuta una doppia dose come giornalista che filmava e come militante femminista.
Quando le è caduto il berretto ed stata ben riconosciuta, come ha “cinguettato la giornalista” è stata inseguita, insultata e di nuovo picchiata finché si è messa in salvo su un’ auto della polizia.
Stamani la giornalista ha deciso di sporgere denunzia mentre una deputata socialista, indignata per queste violenze contro le donne ha chiesto la dissoluzione del movimento Civitas.
Il governo, già domenica sera, attraverso la voce della sua porta parola Najat Vallaud-Belkacem ha fatto sapere che non avrà “nessuna tolleranza”per queste violenze, che in Francia “non c’è nessun posto per le aggressioni di estrema destra”, precisando che la libertà d’informazione è un principio sul quale non si può transigere.
Visto dall’altra
Sul sito di Civitas si può leggere come la giornalista, la cui presenza non è subito chiaro se fosse legata alla sua attività in quanto reporter o come supporter delle rappresentanti di Femen e di omosessuali, si fosse presentata anche il giorno precedente alla “Manif pour tous” in compagnia di militanti aggressivi, urlanti, che brandivano cartelli a favore del matrimonio gay e come fosse stata allontanata, in presenza di forze dell’ordine. Tenuto conto delle sue rivendicazioni, il movimento Civitas si interroga sulla imparzialità di questa giornalista e sul carattere provocatorio della sua presenza domenica.
Quanto alla contro-manifestazione, non dichiarata, delle femministe di Femen, che la giornalista accompagnava domenica, e la loro presenza nude di fronte a bambini non è affatto considerata “umoristica” dai rappresentanti di Civitas, che aggiungono inoltre come le attiviste di Femen e la stessa Caroline Fourest siano state arrestate dalle forze dell’ordine, che non hanno peraltro né fermato, né interpellato nessuno degli altri manifestanti, loro invece autorizzati, che hanno così potuto continuare la loro sfilata fino all’Assemblea Nazionale.
Il Governo e il matrimonio gay
Il governo attraverso la voce di Marisol Touraine, ministro degli Affari sociali, aveva subito annunciato domenica mattina di “rispettare l’inquietudine” dei manifestanti scesi in strada, sabato, in tutta la Francia ma anche che il governo “non avrebbe rinunciato” al suo progetto di legge che apre al matrimonio e all’adozione per gli omosessuali.
La ministro ha ricordato che questa “mobilizzazione significativa” è paragonabile per importanza a quella conosciuta ai tempi del PACS (patto di solidarietà civile) nel 1999, sottolineando come ci sia una opposizione politica all’evoluzione della società.
Opposizione della destra contro il matrimonio gay .
Ma il PACS é storia vecchia, segno dell’evoluzione dei tempi, degli usi e costumi che oggi più nessuno si sognerebbe di rimette in discussione.
Ammette comunque che “oppositori a evoluzioni della società restano presenti” e che lei “rispetta le inquietudini che possono ben essere espresse, quando lo sono in maniera però moderata”e rimpiangendo invece esternazioni “eccessive e da caricatura”.
La ministro contesta la presunta assenza di dibattito di cui si rammarica la destra, sottolineando che questo progetto di legge “moderato e con nuance” trascrive una promessa di campagna elettorale di François Hollande, annunciato comunque da anni dai socialisti.
Il progetto di legge per il matrimonio e l’adozione per le coppie omosessuali é stato adottato in consiglio dei ministri lo scorso 7 novembre e questo testo di legge sarà esaminato in gennaio al Parlamento.
“Non sarà un testo di libertà, non voglio farne un testo di divisione” ha recentemente dichiarato il presidente Hollande che sta ben attento a non fare del matrimonio gay un “simbolo” per non inasprire gli animi (di chi è contrario) con il rischio magari di dispiacere però alla sua maggioranza che lo trova forse fin troppo moderato.
Difficile accontentare tutti…importante allora cercar di scontentare il minor numero possibile di persone!
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