Guarda compiaciuto le immagini alla tv. Fa zapping da un
telegiornale all'altro. Tette, tette e ancora tette. Sode, a pera,
a coppa di champagne, polpose, giganti, striminzite, eccitate. Il
Mascalzone poggia la pistola d'ordinanza sul
divano, toglie la giacca, si rilassa dopo una giornata di
pattuglia a San Pietro e si sente bene. "Come ti
interpreto e ti difendo un sacramento come il
matrimonio, cazzo se sono cambiati i tempi"
mormora slacciando un bottone. Un flusso di pensieri attraversa la
sua mente stanca: "Si fa quel che si può e oggigiorno pare che ogni
mezzo possa essere giustificabile, possibile, non sconveniente. E
poi si fermano a fare i perbenisti per una mano sulle
tette".
(REWIND: Il fatto è questo. Metti che due
femminilità strabordanti, in due punti lontani della stessa
penisola italiana, decidano di lanciare un messaggio pro-nozze. E
metti che due messaggi apparentemente stridenti -da un lato le Femen che protestano a seno nudo di fronte al
Papa per sensibilizzare l'opinione pubblica sui
diritti dei gay, dall'altra Nicole Minetti,
candida come una vergine in abito bianco durante la manifestazione
Tuttosposi per ostentare il suo diritto di vestirsi di purezza
seppur non illibata- avanzano una difesa del sacramento).
Strabordanti, esibite, orgogliose: Minetti e le Femen non sembrano essere distanti anni luce come si
crederebbe e lui le guarda con la stessa bramosia. "Il confine tra
politica e nudità dove sta? E' più politicizzata Nicole
Minetti o le Femen? Quali sono le armi politiche?"
pensa lui in un flusso di pensieri profondi.
(NOTE A MARGINE. La storia che collega
Minetti e le Femen è più o meno la seguente:
loro, le attiviste ucraine portano avanti i propri diritti e quelli
dei più disagiati, mostrando seni al vento davanti al Sommo
Pontefice. Durante l'Angelus del Papa a Piazza San
Pietro, per manifestare a favore dei diritti dei gay, le
quattro, che sui loro corpi avevano tracciato la scritta
"In Gay We Trust", mostrano le proprie grazie, in
corrispondenza della manifestazione in Francia contro l'intenzione
del governo di legalizzare i matrimoni e le adozioni per le coppie
omosessuali.Dall'altro lato il presunto emblema di donna libera,
splendida in abito bianco candido, si spoglia delle valenze di un
vestito da indossare come segno di verginità, rivisitandolo
in chiave sexy, emancipata. Con la compagna di sfilata
Manuela Arcuri, è una gara a chi riempie di più di rotondità
l'abito da sposa. "Mi voglio sposare in chiesa con l'abito bianco;
sogno il principe azzurro come tutte le donne e aspetto che mio
padre mi accompagni all'altare").
Il Mascalzone spegne la tv. Con
l'Italia tutta sembra improvvisamente più
compiaciuto della magnanimità verso la trasgressione alla
tradizione. Qualcuno si chiede se si tratti di un'evoluzione dei
costumi, qualcun altro si domanda se il permessivismo e la lascivia
dei costumi - tra donne nude e maggiorate- sia the new
rules dell'Italietta post-botteghino. Il
Mascalzone sorride. "Non c'è nulla di che
meravigliarsi" esclama orgoglioso sfogliando la foto che lo
immortala mentre blocca una Femen. La sua mano è proprio lì,
piazzata a palmo aperto sul seno delle attiviste.
"Basta con i dibattiti, le menate, gli schieramenti, i perbenisti.
Suvvia, non è forse solo la conferma dello stereotipo della buona
salute del Mascalzone latino?"
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