Mosca – rischia galera il trio Pussy Riot per canzone a preghiera punk

Cronaca estera

MOSCA  - Il trio punk della Pussy Riot è stato giudicato colpevole di teppismo motivato da odio religioso. A seno nudo e armate di una motosega, due attiviste del gruppo femminista 'Femen' hanno tagliato un monumento religioso nel centro di Kyiv: una croce in memoria dei milioni di vittime dello stalinismo.

La lettura del verdetto, da parte del Presidente del tribunale Khamovniki a Mosca, dove si svolge il processo, è tuttora in corso. La sentenza nei confronti della band punk dovrebbe essere pronunciata a breve.


Giornalisti di tutto il mondo attendono davanti al tribunale Khamovniki, a Mosca, la sentenza del processo contro il trio punk Pussy Riot che sarà pronunciata a breve.

 

 

Blindata la zona intorno al tribunale con una decina di cellulari della polizia e uomini della forza antisommossa; fuori dalla transenne, sostenitori del gruppo, tra cui il blogger anti-Putin Alexei Navalni, ma anche detrattori, tra i quali alcuni militanti del partito liberal-democratico (LDPR) che recano cartelli con la scritta 'Giu' le mani dalla chiesa ortodossà.

Rafforzate le misure di sicurezza in tutta la città dove stamani si sono già verificate piccole azioni di protesta con alcuni attivisti sostenitori del gruppo che hanno infilato passamontagna colorati, simbolo della band, sul capo dei monumenti ad alcune glorie russe come il poeta Puskin.

"Gli daranno una condanna vera, senza condizionale". Questa la previsione di un rabbuiato Marc Feigin, avvocato del trio Pussy Riot, al suo ingresso al tribunale Khamovniki, a Mosca, dove a breve sarà pronunciata la sentenza contro la banda rock autrice di una scandalosa "preghiera punk" che potrebbe costare alle tre cantanti fino a 3 anni di galera

In attesa del verdetto nel processo contro il trio rock 'Pussy Riot', previsto oggi a Mosca alle 15 (le 13 in Italia), i sostenitori della band di tutto il mondo hanno in programma una serie di manifestazioni in 30 città, da Parigi a Varsavia.

Attesi volti noti dell'opposizione e politici, sicurezza rafforzata in città per timore di disordini e proteste. A San Pietroburgo, i supporter del gruppo si ritroveranno in un'azione concordata con le autorità cittadine: niente bandiere partitiche, solo lo slogan "per un processo equo". Iniziative previste anche in altre città russe da Perm a Rostov.

Dall'altra parte dell'oceano, a New York si svolgeranno cinque cortei a favore della band, che sfioreranno chiese ortodosse e consolato russo per poi convogliare a Times Square dove celebri attori, scrittori e musicisti leggeranno brani tratti dalle ultime parole delle imputate. A Londra scende in campo il teatro della Royal Court; a Vilnius, in Lituania, verrà innalzato un cellulare della polizia gonfiabile da cui si libreranno via capsule piccole mongolfiere a forma di passamontagna; a Praga un festival musicale sarà dedicato alle Pussy Riot.

E stamani, a Mosca, un ignoto giovane ha tentato un blitz nella stazione di metropolitana Bielorusskaia: voleva infilare un passamontagna sulla testa delle statue in bronzo dei partigiani che adornano la fermata. Ieri sera, picchetto solitario sulla Neva davanti alla moschea: "Maometto - ferma Putin".

Il caso Pussy Riot non ha mutato il livello di fiducia dei russi nel proprio sistema giudiziario: per la maggioranza (44%) il processo contro le partecipanti del gruppo punk è "equo, obiettivo e imparziale". Lo rivela oggi un sondaggio dell'autorevole Centro Levada, che ha coinvolto 1600 persone in 45 regioni della Russia. Il 36 per cento degli intervistati ha espresso fiducia che la pena sarà applicata in conformità con le prove di colpevolezza. Il 17% esprime invece dubbi sulla corte, il 18% crede che la sentenza deriverà da un ordine dall'alto. Il 12% dichiara di non aver "mai avuto" fiducia nel sistema giudiziario russo. Più della metà (il 57%) ha seguito il processo. Per uno su tre, l'azione della band nella Cattedrale di Mosca alla vigilia delle elezioni presidenziali in Russia era diretta contro la Chiesa e il suo coinvolgimento in politica, piuttosto che contro Vladimir Putin (13%). Solo l'8% ha definito Putin personalmente come l'iniziatore del processo. Ma un altro sondaggio degli stessi sociologi del Levada pubblicato oggi mostra che i russi stanno perdendo fiducia nel proprio presidente, e molti dubitano della sua capacità di influenzare seriamente la situazione nel paese. Il 52% conferma il proprio supporto per le politiche di Putin, rispetto al 57% di maggio scorso; il 57% ha fiducia in lui (a maggio erano 63%). Il 24% esprime la propria "frustrazione", il 25% lo critica. Oggi il verdetto a Mosca: il pubblico ministero ha chiesto per ciascuna delle ragazze tre anni di carcere per "teppismo motivato da odio religioso". Le imputate rifiutano l'accusa rivendicando una "azione politica", ma si sono scusate in aula per l'offesa arrecata ai credenti. Due delle nove vittime le hanno perdonate.

Attiviste Femen tagliano un monumento alla memoria delle vittime dello Stalinismo

A KYIV a seno nudo e armate di una motosega, due attiviste del gruppo femminista 'Femen' hanno tagliato un monumento religioso nel centro città: una croce in memoria dei milioni di vittime dello stalinismo. Le 'Femen', note per le loro eclatanti proteste a seno nudo dal forte impatto mediatico, hanno dichiarato di aver tagliato la croce in segno di solidarietà con le tre rocker della band 'Pussy Riot' che oggi rischiano una condanna fino a tre anni di reclusione per una preghiera punk anti Putin nella cattedrale di Mosca. Un gesto clamoroso destinato a suscitare clamore, ma anche indignazione, e non solo tra i fedeli

NADIA DAL CARCERE, COMUNQUE E' VITTORIA

"Qualunque sia il verdetto, noi e voi stiamo vincendo. Perché abbiamo imparato ad essere arrabbiati e a dirlo politicamente". Parola di Nadia Tolokonnikova, 22 anni, considerata mente e "sex symbol" delle Pussy Riot, nel giorno della sentenza contro la band punk oggi a Mosca che potrebbe assegnarle 3 anni di galera. In un lettera dal carcere per ringraziare i suoi sostenitori - la sesta da lei firmata, diffusa dagli avvocati della difesa e pubblicata nell'originale manoscritto sul sito della radio Eco di Mosca - la Tolokonnikova, in detenzione preventiva dal 15 marzo, esprime sorpresa per la mobilitazione mondiale a sostegno del suo gruppo: "Trovo ancora difficile credere che tutto questo non è un sogno". E la spiega così: "la nostra detenzione è un segno chiaro e distinto che la libertà è stata sottratta a tutto il paese". A suo avviso, la Russia soffre di un "male politico": la minaccia è "la distruzione della libertà e delle forze di emancipazione del paese". Poi si richiama al femminismo professato dalla band: "Il privato - è politico. E il nostro caso ha dimostrato come i problemi particolari di tre persone accusate di condotta disordinata, possano dare vita ad un movimento politico. Un caso particolare di repressione e persecuzione su chi ha osato prendere la parola in un paese autoritario, ha fomentato il mondo: attivisti, punk, pop star e membri di governi, comici e ambientalisti, femministe e maschilisti, teologi islamici e cristiani, pregano per le Pussy Riot". Infine un riferimento alla filosofia studiata all'università da Nadia: "Kant avrebbe detto che non vede altre ragioni di questo miracolo, se non i principi morali dell'umanità. Grazie per il miracolo". Nel processo iniziato il 30 luglio, la difesa vuole la piena assoluzione e ha promesso di presentare ricorso contro qualsiasi condanna.

ansa

Via: giornaledimontesilvano.com


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