TUNISIA, 04 APRILE 2013 - Si celebra oggi il Topless Day jihad, ovvero giorno della guerra santa in topless. Il movimento delle Femen,, fa sapere in una nota che« Il 4 aprile ricorderemo agli islamisti e al mondo intero che la vera epidemia e il disastro che deve essere messo in discussione è la misoginia. Questo giorno segnerà l’inizio di una nuova, vera primavera araba, dopo di che la vera libertà, la libertà senza Mullah e Califfi, arriverà in Tunisia».
Le attiviste armate di «menti fredde, seni caldi e mani pulite», hanno come obiettivo principale un nemico: l’Islam politico e il sistema patriarcale che il Pese impone. «Ci saranno milioni di Amina», si legge sul loro sito. Le leader del movimento delle Femen egiziane, Aliaa Magda Elmahdy, invitano tutte le donne arabe «a un’azione pubblica in topless». La giornata è organizzata per Amina Tyler, la giovane tunisina che, imitando le attiviste ucraine del movimento Femen, osò postare su Facebook una sua foto a seno nudo sfidando la cultura del suo Paese. La scritta sul suo corpo recitava «Il corpo è mio e non appartiene a nessun altro». Gli Imam avevano chiesto la quarantena, la fustigazione in pubblico e addirittura la lapidazione.
Della ragazza, per giorni non si è saputo più nulla. Anche la famiglia aveva denunciato apertamente il gesto della diciannovenne. Secondo diversi siti arabi Amina sarebbe stata ricoverata in un ospedale psichiatrico, mentre fonti giornalistiche la credono nascosta in casa sedata con barbiturici, per impedirle di “attivarsi” nuovamente. La protesta di oggi invita le donne di tutto il mondo a manifestare davanti alla ambasciate tunisine o a postare su Facebook messaggi e foto a sostegno di Amina.
Intanto più di 100mila persone hanno firmato una petizione per chiedere di punire l’iman con le richieste di morte per Amina. E oggi migliaia di persone a Berlino, Bonn, Brema, Bruxelles, Francoforte, Goteborg, Kyiv, Londra, Malmo, Milano, Montreal, Parigi, Rio de Janeiro, San Francisco, Stoccolma, Vancouver, Varsavia e tante altre scenderanno in piazza per chiedere libertà per le donne islamiche e per testimoniare solidarietà ad Amina.
(fonte: Il Fatto Quotidiano)
Rossana Palazzo
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