Oltraggiare Notre Dame non è reato. Femen assolte, guardiani multati

Cronache di ordinaria cristianofobia. In Francia, le nove Femen che il 12 febbraio del 2013, per festeggiare la rinuncia di Benedetto XVI, avevano fatto irruzione a Notre Dame – come al solito a seno nudo, al grido ritmato di “mai più Papa!”, si erano accanite a bastonate su un’antica campana coperta di lamina d’oro, esposta in occasione degli ottocentocinquant’anni della cattedrale – sono state assolte ieri dal Tribunale penale di Parigi. In compenso, i guardiani della cattedrale che avevano tentato di fermarle sono stati condannati a varie ammende, dai trecento ai mille euro, perché avrebbero usato modi troppo spicci. Comprensibile la soddisfazione delle Femen, la cui leader, Inna Shevchenko, ha cinguettato: “Cari cattolici, cara Notre Dame, caro Dio, Femen ha vinto il processo. Il tentativo di ottenere la protezione dello stato per la vostra falsa moralità è fallito”.

 

 

Qualcuno penserà che alle Femen sia stato contestato, per quella performance di fronte a centinaia di fedeli annichiliti, qualcosa di simile all’oltraggio, alla profanazione, all’incitamento all’odio religioso o anche solo agli atti osceni in luogo pubblico. Ingenui. Nella patria dei Lumi, le esuberanti ragazzacce hanno dovuto solo rispondere di danneggiamento di beni materiali – unica accusa formulata dal comprensivo pubblico ministero – e alla fine nessuno se l’è sentita di attribuire alle loro bastonate i segni visibili sulla preziosa campana. Sciocchezze, si dirà, di fronte ad altre e terribili notizie che arrivano dall’Iraq o perfino dall’“alleata” dell’occidente contro l’Isis, Arabia Saudita. Nella cui capitale Riad, ha reso noto mercoledì l’agenzia di stampa cattolica Zenit, ventisette lavoratori indiani di fede cristiana sono stati arrestati, dopo laboriose indagini, pedinamenti e intercettazioni, perché sospresi a pregare in un appartamento. La legge saudita vieta la pratica di qualsiasi culto che non sia quello musulmano, anche in privato, e considera ogni violazione un gravissimo crimine. “Gli uomini e le donne – scrive Zenit – sono stati colti sul fatto, arrestati e condotti in prigione; con loro sono stati sequestrati vangeli, libri di preghiera e strumenti musicali. L’operazione è stata condotta dal Comitato per l’imposizione della virtù e l’interdizione del vizio, la polizia religiosa saudita, conosciuta con il nome arabo Mutawaa e impegnata a far rispettare la sharia, la legge coranica”.

 

Parigi, Riad. Anche se loro non lo ammetterebbero mai, le trasgressive di professione, le ragazze a seno nudo per contratto che sbeffeggiano “cattolici, Notre Dame e Dio”, le Femen coccolate dalla gauche e mandate assolte dalla giustizia francese guidata da Christiane Taubira, le discolacce anticristiane hanno, con i poliziotti della Mutawaa saudita, molte più cose in comune di quel che immaginano.

Via: ilfoglio.it


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