Kyiv, 25 luglio 2013 - Un attivista del movimento femminista ucraino Femen è stato picchiato a sangue in un brutale attacco da parte di sconosciuti questa notte a Kyiv. A denunciarlo è lo stesso movimento in un comunicato diffuso dal sito d’informazione “Ukrainskaya Pravda” e in cui si punta il dito contro i servizi di sicurezza russi, ucraini e bielorussi.
Secondo le Femen, lo scopo era scoraggiare ogni tipo di protesta, in vista dell’incontro dei rispettivi capi di Stato previsto nel fine settimana in Ucraina per le celebrazioni del 1025esimo anniversario del Battesimo della Russia. Insieme a Vladimir Putin, da Mosca arriverà anche il Patriarca ortodosso Kirill, da tempo anche lui tra gli obiettivi delle Femen.
Nell’aggressione Viktor Svyatskiy - che il gruppo femminista definisce come un “consulente politico”, ma che i media ucraini descrivono come l’ideologo delle Femen - ha riportato la rottura di un dente e la sospetta frattura della mandibola. Senza contare gli innumerevoli ematomi sul volto, come si vede dalle foto pubblicate su internet.
A detta della Shevchenko, durante il pestaggio gli aggressori di Svyatskiy hanno minacciato di riservare lo stesso trattamento anche alle attiviste donne. La polizia accorsa sul posto, avrebbe constatato che si trattava del lavoro di “professionisti a scopo intimidatorio”.
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