Pussy Riot condannate a 2 anni: "Teppismo a sfondo religioso"

Mosca, 17 agosto 2012 - Il tribunale di Mosca si è espresso con una sentenza di colpevolezza  a due anni contro le tre ragazze della band punk russa Pussy Riot, diventate il simbolo del dissenso contro il presidente russo Vladimir Putin.  Dure le reaziooni del ondo. Di sentenza "sproporzionata" hanno parlato gli Usa, la Francia e la Germania. In particolare la cancelliera Angela Merkel ha parlato di un verdetto "non in linea con i valori europei dello stato di diritto e della democrazia che la Russia riconosce''.

Resteranno in carcere per circa un anno e mezzo, data che la pena di due anni viene calcolata dal momento dell'arresto, all'inizio di marzo.

Le tre attiviste erano state fermate nello scorso mese di febbraio, dopo aver inscenato uno spettacolo contro il ritorno di Vladimir Putin alla presidenza della Russia all’interno della cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca. Al termine della lettura della sentenza, durata oltre due ore, qualcuno ha timidamente gridato: “Vergogna”.

Nadejda Tolokonnikova, 22 anni, Ekaterina Samutsevich, 30 anni, e Maria Alekina, 24 anni sono state giudicate “colpevoli di teppismo a sfondo religioso”.

La procura di Mosca aveva chiesto una condanna a tre anni di carcere.

Secondo il giudice Marina Syrova le tre ragazze le Pussy Riot hanno “pianificato attentamente” l’azione del 21 febbraio.

In quella occasione chiesero alla Madonna di cacciare dal potere il presidente Vladimir Putin, prima di essere arrestate.

Hanno suonato una canzone “blasfema, insultante, commettendo una grave violazione dell’ordine pubblico e mostrando mancanza di rispetto per la società”, dice ancora il giudice.

Non sono servite quindi le manifestazioni in diverse città di tutto il mondo e la mobilitazione di personaggi del mondo della musica e dello spettacolo, per evitare alle tre ragazze una condanna, che comunque non dovrebbe raggiungere il massimo della pena, che per questi reati è di sette anni.

“La nostra detenzione è un chiaro e distinto segnale che si sta privando della libertà l’intero Paese”, aveva scritto la Tolokonnikova in una lettera scritta dal carcere e diffusa su internet prima del verdetto.

Diverse persone sono state arrestate nel distretto di Jamovniki davanti al tribunale Khamovnichesky, dove è stata letta la sentenza. Tra gli arrestati c’è anche il coordinatore del Fronte di sinistra, Serghei Udaltsov, che, insieme ad altre centinaia di manifestanti, chiedeva la liberazione delle giovani. 

ABBIAMO COMUNQUE VINTO - La sentenza del tribunale è stata di condanna ma per le Pussy Riot il loro caso è già un “successo”. A parlare è Nadia Tolokonnikova, 22 anni, il volto più noto della band punk a processo per “teppismo motivato da odio religioso”.

Nel giorno del verdetto che ne ha decideso la detenzione a due anni, la ragazza ha scritto una lettera dal carcere, diffusa su internet dai suoi avvocati. “Qualunque sia il verdetto, noi e voi stiamo vincendo - ha scritto la ragazza, madre di una bambina di 4 anni - perché abbiamo imparato ad essere arrabbiati e a dirlo politicamente”.

Nadia ha scritto di essere sorpresa dall’ondata di solidarietà ricevuta a livello mondiale e ha sottolineato: “La nostra detenzione è un segno chiaro e distinto che la libertà è stata sottratta a tutto il Paese”.

La ragazza ha denunciato un “male politico” che affligge la Russia e che minaccia “la distruzione della libertà e delle forze di emancipazione”.

LA PREGHIERA DELLE PUSSY RIOT - Ecco il testo tradotto della “preghiera punk” cantata dalle ragazze del band delle Pussy Riot lo scorso 21 febbraio nella loro performance anti Putin nella cattedrale moscovita di Cristo Salvatore. Performance per la quale sono state riconosciute oggi colpevoli di atti di vandalismo motivato da odio religioso.

“Madre di Dio, Vergine, caccia via Putin! caccia Putin, caccia Putin! Sottana nera, spalline dorate. Tutti i parrocchiani strisciano inchinandosi. Il fantasma della liberta’ e’ nel cielo. Gli omosessuali vengono mandati in Siberia in catene. Il capo del Kgb e’ il piu’ santo dei santi. Manda chi protesta in prigione. Per non addolorare il santo dei santi le donne devono partorire e amare. Spazzatura, spazzatura, spazzatura del Signore. Spazzatura, spazzatura, spazzatura del Signore. Madre di Dio, Vergine, diventa femminista. Diventa femminista, diventa femminista. Inni in chiesa per leader marci, una crociata di nere limousine. Il prete viene oggi nella tua scuola. Vai in classe, portagli il denaro. Il Patriarca crede in Putin. Quel cane dovrebbe piuttosto credere in Dio. La cintura della Vergine Maria non impedisce le manifestazioni. La Vergine Maria e’ con noi manifestanti. Madre di Dio, Vergine, caccia via Putin. Caccia via Putin! caccia via Putin!’’.

USA: CONDANNA SPROPORZIONATA - La condanna a due anni di carcere per teppismo inflitta alle Pussy Riot per aver cantato una ‘preghiera punk’ contro Vladimir Putin nella Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca è “sproporzionata”. Lo scrive l’ambasciata Usa a Mosca sul suo profilo Twitter: “il verdetto di oggi nel caso Pussy Riot appare sproporzionato” si legge.

PUSSY RIOT: NON SIAMO PENTITE - Non abbassano la testa le Pussy Riot, il gruppo punk tutto al femminile che rischia anni di carcere per aver inscenato una “preghiera” anti-Putin nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca. Nadezhda Tolokonnikova, una delle tre ragazze, ha rilasciato un’intervista al giornale indipendente Novaya Gazeta - quello che fu di Anna Politkovskaya - nel quale ha allontanato ogni ipotesi di pentimento.

“Naturalmente, no. Noi siamo felici di essere diventate involontariamente l’epicentro di un enorme evento politico che coinvolge diverse forze”, ha detto la musicista rispondendo a una domanda sulla possibilità di un pentimento, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Interfax. Tolokonnikova ha anche messo in chiaro cosa pensa del processo, che oggi va a sentenza: “Io non credo in una sentenza come questa. Questo non è un processo: è un’illusione”.

Tolokonnikova ha inoltre chiarito che, con la loro azione, non si attendevano una reazione così forte. “Davvero non ci aspettavamo un processo, perché non abbiamo mai commesso alcun reato. Non sospettavamo neanche che le autorità sarebbero state così stupide da perseguitare delle femministe punk anti-Putin, dandoci legittimità nello spazio sociale”.

La giovane musicista, ormai diventata un’icona della libertà d’espressione per giovani e gruppi alternativi di tutto il mondo, ha mordente ed è convinta che, alla fine, saranno le autorità quelle che si faranno davvero male. “Non è così semplice sbarazzarci di noi, vedremo alla fine chi la vince”, afferma a Novaya Gazeta.

Nessuno dubbio sulle vere motivazioni del processo, per la punk-attivista: “Ci hanno messe alla sbarra per motivi politici, su questo non c’è dubbio”.

Tolokonnikova ha anche respinto ogni associazione col gruppo femminista ucraino FEMEN, che inscena in topless performance di protesta su temi femministi: “Non sono vicine a noi, le FEMEN hanno una diversa ideologia. Noi ci opponiamo alla dicotomia uomo-donna e loro invece insistono su essa. Noi amiamo le identità mobili, trasgressive, bizzarre”.

In carcere, tutto sommato, se la stanno cavando bene. “Scrivo - racconta - e leggo molto. Passeggio nella prigione ogni giorno. Lo staff della struttura carcerario ha cambiato atteggiamento: i funzionari hanno ora simpatia per noi e vorrebbero che ci rilasciassero”.

STATUE INCAPPUCCIATE A MOSCA - Diverse statue a Mosca sono state incappucciate con “balaclava” - i cappucci spesso usati dai corpi speciali - colorati alla maniera di quelli indossati dalle Pussy Riot, il gruppo punk femminista che rischia anni di carcere per aver intonato una “preghiera” anti-Putin nella cattedrale di Cristo salvatore a Mosca. Lo scrive l’agenzia di stampa Ria Novosti. L’azione è stata realizzata mentre s’attende nel primo pomeriggio di Mosca la sentenza nel processo per le tre giovani musiciste russe.

Tra i monumenti incappucciati ci sono le statue dei poeti Alexander Pushkin e Abai Qunanbaiuli, quella dello scienziato Mikhail Lemonosov e quelle di eroi della seconda guerra mondiale.

LE FEMEN SEGANO UNA CROCE DI LEGNO A KYIV - Il provocatorio gruppo femminista ucraino FEMEN ha inscenato oggi nel centro di Kyiv una manifestazione in sostegno del gruppo punk russo Pussy Riot, che rischia anni di carcere per aver inscenato nella cattedrale di Cristo salvatore una “preghiera” anti-Putin. Le attiviste, che di solito scendono in campo in topless, hanno segato una croce. Lo si legge sul loro profilo Facebook.

“Nel giorno della sentenza, il movimento delle donne FEMEN esprime il suo sostegno e il suo rispetto per le colleghe russe del gruppo Pussy Riot”, si legge nel comunicato a cui sono allegate le foto dell’azione. “In un segno di solidarietà con le vittime del regime di Putin - continua -, l’attivista Inna Shvchenko ha abbattuto una croce monumentale sul Maidan dell’indipendenza con una motosega. Le Femen chiedono alla chiesa di fermare il loro sostegno alla dittatura e di sostenere lo sviluppo della democrazia e della libertà delle donne”.

MADONNA - Varie organizzazioni pubbliche pietroburghesi chiedono un risarcimento di 333 milioni di rubli, circa 10 milioni di dollari, per "danni morali", alla popstar Madonna e agli organizzatori del suo concerto di San Pietroburgo per aver offeso i sentimenti dei fedeli e le tradizioni culturali degli abitanti della città. "La causa intentata dai miei nove clienti è stata depositata alla Corte distrettuale Moskovsky di San Pietroburgo.

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