- Tags: Femen, femminismo, Gazprom, Russia, ucraina
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Femen, ancora Femen. Questa volta il gruppo delle giovani femministe ucraine che protesta a seno nudo ha preso di mira la sede della Gazprom a Mosca, esibendosi svestite dalla cintola in su a meno 25 gradi.
“Gas racket”, “Spegni la Gazprom”, “Pidocchi puzzolenti”, “Miller uguale Muller” (il primo amministratore delegato della società russa, il secondo capo delle Ss), alcuni degli slogan scritti sui loro cartelli contro la più grande compagnia russa nonché maggiore estrattore al mondo di gas naturale.
Protesta contro Gazprom
Femen contro Gazprom: “Vermi schifosi”
Un lavoratore di Gazprom alle prese con una femminista semi-nuda
A seno nudo contro Gazprom
Protesta senza veli contro Gazprom
Femen contro Gazprom: “Racket del gas”
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Dipendenti di Gazprom allontanano un’attivista di Femen
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Contro il monopolio del gas di Gazprom
Una delle attiviste è riuscita anche a issare una bandiera ucraina sul tetto di uno degli edifici del quartier generale del colosso russo del gas. Il blitz, contro cui è intervenuta la polizia, è stato spiegato come una protesta al “terrore del gas usato da Gazprom contro l’Ucraina in un periodo estremamente freddo”, che soprattutto in Ucraina ha causato decine di morti.
Femen ha chiesto di rivedere i prezzi “micidiali” del metano russo, come sta tentando inutilmente da tempo la leadership ucraina.
La protesta delle indomite femministe è costata alla fine multe per tutte e 15 giorni di arresto per una di loro, secondo la decisione di un tribunale rionale di Mosca.
Via: blog.panorama.it
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