Tunisi, 5 giugno 2013 - È stato aggiornato al 12 giugno in Tunisia il processo alle tre Femen accusate di oscenità in pubblico per essersi messe a seno nudo davanti al palazzo di giustizia di Tunisi lo scorso 29 maggio, per chiedere il rilascio di Amina Tyler, attivista tunisina del gruppo nota anche come Amina Sboui.
Le tre donne, due francesi e una tedesca, sono comparse in aula vestite con i tradizionali abiti bianchi tunisini, mentre fuori dalla Corte decine di persone protestavano contro di loro. Gli avvocati di diversi gruppi islamisti avevano chiesto di ritardare il processo in modo da potersi unire all’accusa. In base alla legge tunisina, i gruppi possono unirsi all’accusa come "parti lese" in modo da chiedere risarcimenti danni.
IL CASO AMINA - Oggi anche Amina è comparsa davanti a un giudice a Kairouan. La Femen tunisina aveva scandalizzato il Paese pubblicato alcune sue foto in topless a marzo in segno di protesta per i diritti delle donne ed era poi stata arrestata in occasione di una seconda protesta il 19 maggio a Kairouan, mentre i salafiti manifestavano contro la mancata autorizzazione da parte del governo alla loro conferenza annuale. L’avvocato di Amina, Radhia Nasraoui, ha detto che il giudice deciderà nei prossimi giorni sulle accuse a carico della cliente. Intanto a Parigi le attiviste del gruppo ucraino hanno protestato nude davanti all’ambasciata della Tunisia, imitando la preghiera musulmana per strada.
ATTIVISTA ESPULSA - Intanto un’attivista ucraina delle Femen è stata arrestata dalla polizia a Tunisi e poi espulsa dal paese. Lo ha riferito alla France Presse una figura di punta del movimento. “E’ stata prelevata dai servizi segreti tunisini direttamente nella sua stanza all’Hotel Le Pasha, a Tunisi. Dopo quattro ore di arresto, Shevchenko è stata espulsa in aereo a Kyiv, via Parigi", si legge sul sito delle Femen che sottolineano che "le autorità tunisine sono nel panico per il fatto di doversi difendere dalle crescenti azioni delle Femen" nel paese.
L'APPELLO - Il movimento delle Femen ha lanciato un appello sul proprio sito alla mobilitazione in Tunisia. "Chiediamo a tutti di non ignorare la battaglia tra la cultura patriarcale e la cultura patriarcale, tra le tradizioni del Medio Evo e i tempi moderni. Vi chiediamo di essere presenti al processo, solo con la vostra attenzione possiamo salvare Femen dagli islamici", scrive il gruppo sul sito indicando anche l’orario e l’indirizzo del palazzo di giustizia di Tunisi.
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