Protesta delle attiviste Femen contro il premier turco Erdogan, che evita di incontrarle. Negli scontri registrati nel resto del Paese otto morti e oltre 30 feriti tra fazioni locali
Ankara – Le Femen hanno fatto irruzione nel seggio elettorale dove era atteso Recep Tayyp Erdogan e hanno manifestato a seno nudo contro il premier turco nella giornata delle elezioni amministrative nel Paese del Bosforo. “Nella giornata delle cosiddette ‘elezioni’”, afferma il movimento sulla propria pagina Facebook, “Femen insieme con le coraggiose attiviste turche vuole vietare Erdogan e la sua politica di chiusura di internet, di stato di polizia e di islamizzazione forzata di una Turchia libera e secolare. Non possono esservi elezioni libera con la dittatura di Erdogan”.
Avuto sentore delle possibili proteste, il premier si era riservato la facoltà di scegliere diversi seggi in cui votare e le stesse Femen avevano annunciato una protesta nella parte asiatica della città sul Bosforo. “Ban Erdogan“, mettete al bando Erdogan, era scritto sul petto delle due ragazze che hanno inscenato la protesta, prima di essere arrestate.
Nel frattempo, otto morti e 30 feriti è il bilancio degli scontri fra candidati nella giornata elettorale. Sei uomini sono rimasti uccisi in una sparatoria tra due famiglie rivali nel villaggio di Yuvacik, nella provincia sudorientale di Sanliurfa, al confine con la Siria. Molte persone sono invece rimaste ferite in un distretto della stessa provincia dopo un’altra lite tra famiglie. Infine, nella provincia meridionale di Hatay, due uomini sono rimasti uccisi in una sparatoria tra i parenti di due candidati alla muncipalità del villaggio di Golbasi.
Nel Paese sono circa 53 milioni di elettori, su una popolazione di 74 milioni, sono chiamati alle urne in 81 province e 957 distretti per l’elezione dei nuovi sindaci e il rinnovo dei consigli comunali e municipali.
La sfida più attesa è quella di Istanbul, megalopoli che da sola ospita quasi 15 milioni di persone. Se nella città sul Bosforo i sondaggi danno un testa a testa tra il sindaco uscente, Kadi Topbas, ricandidato dal partito di governo Akp, e Mustafa Sarigul, candidato del laico e kamalista Chp, nel complesso del territorio nazionale si prevede una vittoria dell’Akp, seppur con un forte calo di consensi.
I sondaggi danno il partito conservatore del premier Recep Tayyip Erdogan tra il 35 e il 45%. L’ultimo a essere pubblicato, quello della società Metropoll, lo piazza al 37%. Se confermato, questo dato sarebbe in sensibile calo rispetto al 39% delle precedenti elezioni amministrative, ma soprattutto rispetto alle politiche del 2011, quando Erdogan e il suo Akp hanno vinto con il 49,9% dei voti. Per molti osservatori, il voto è un test per il futuro politico di Erdogan. Si tratta infatti delle prime elezioni dopo le proteste di Gezi Park, a Istanbul, la scorsa estate, dopo lo scandalo della ‘Tangentopoli sul Bosforo’ che a dicembre ha rischiato di travolgere il governo, dopo la pubblicazione di una serie di intercettazioni imbarazzanti per il premier e dopo la messa la bando di Twitter e di YouTube.
La posta in gioco per Erdogan è molto alta. In gioco non ci sono solo le poltrone da sindaco, ma anche la possibilità di vincere le elezioni presidenziali di agosto. È risaputo che il premier mira a quella poltrona, pur non essendo riuscito a far passare una riforma che avrebbe fatto della Turchia una repubblica presidenziale. Se i risultati delle amministrative saranno deludenti, è probabile che il candidato dell’Akp non sarà lui, ma il presidente in carica, Abdullah Gul, che non ha perso occasione negli ultimi mesi per prendere le distanze dalle politiche di Erdogan.
È prevedibile quindi che la tensione politica, alle stelle in questi giorni, non calerà dopo il voto e che il clima da campagna elettorale al vetriolo permanga fino alle presidenziali, se non fino alle elezioni politiche del prossimo anno.
(Credit: AGI, Adnkronos)
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