Amina Tyler Femen: quando il corpo diventa messaggio rivoluzionario

Amina Sboui, conosciutacome attiviste delle Femen.

Amina Tyler Femen: quando il corpo diventa messaggio rivoluzionario

Il corpo è mio e ci faccio quello che mi pare” nel 2013 dovrebbe essere così, eppure, così non è. Non solo in Paesi dove la donna ancora non è libera, anche nel nostro Belpaese è in corso una rivisitazione di cosa sia giusto e cosa no. Si punta il dito contro una libertà esagerata nei media, dove la donna è considerata un oggetto. Si punta il dito ancora contro trasmissioni, che non elogiano le proprietà intellettuali del mondo femminile…

Eppure, nei Paesi arabi, una donna nuda è diventata il simbolo di una rivoluzione. Lei è Amina Sboui (molti la conoscono anche come Amina Tyler), conosciuta come attivista delle Femen, diventata famosa per la foto in cui si è scritta sul corpo “Il mio corpo mi appartiene e non è l’onore di nessuno, al diavolo la vostra morale“.

Nei Paesi arabi una protesta del genere è “pericolosa”, vai contro un sistema che non concepisce la libertà delle donne. Ma Amina è libera, è libero il suo pensiero. Dopo essere stata aggredita dagli stessi famigliari, lo scorso 19 maggio fu arrestata a Kairouan per avere scritto “Femen” sul muro di un cimitero e perché trovata in possesso di una bomboletta di gas lacrimogeno. Accuse per le quali è stata
condannata ad una ammenda di 300 dinari (poco meno di 150 euro). Amina non è stata mai scarcerata, perché le è stata contestata la condotta immorale.

Il 4 luglio durante il processo lei si è tolta il velo, il sefseri, per ribadire ancora una volta la sua libertà. In Tunisia, sempre come simbolo di protesta, ci sono delle studentesse che rivendicano la loro libertà indossando il Niqab, il velo integrale. Il loro urlo è: “Il corpo e l’anima delle donne devono essere protetti contro le aggressioni”.

Già nel 2009 in Egitto diverse studentesse protestarono contro l’iman di Al Azhar, al Mufti d’Egitto e al ministro per gli Affari religiosi i quali non volevano che nelle università le donne indossassero l’abito che lascia scoperti solo gli occhi. Loro rivendicavano la costituzione e la dichiarazione dei diritti dell’uomo (quindi non ideali religiosi), le quali citano che ognuno può vestirsi come vuole.

Parlare di sesso, vedere scene ammiccanti per noi è normale,avere corpi nudi nei media è ormai all’ordine del giorno. Parlare di sesso nei Paesi Arabi è ancora un tabù tanto che libri come “Sex and the Citadel. Intimate Life in a Changing Arab World” suscitano scandalo parlando della sessualità dentro il mondo islamico. Testo già censurato in Egitto, contiene molti dati e interviste su vari fenomeni, come le mutilazioni genitali femminili e il dating on line.

La libertà è davvero un qualcosa di prezioso. Libero è chi non ha catene, chi ha il coraggio di ostentare, di osare, di provarci. Libero è colui che salvaguarda le sue idee contro tutto e tutti. Libero è colui che va contro un sistema,contro delle leggi che nel 2013 non salvaguardano i diritti della donna; libero è colui che ci crede ….fino in fondo.

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Via: fashion.leonardo.it


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