Alexandra Shevchenko, Anna Hutsol e Yana Zhdanova: le leader del controverso gruppo femminista delle Femen - nato in Ucraina e con ramificazioni internazionali - sono state arrestate a Kyiv dopo una perquisizione da parte della polizia nella loro sede.
A dare la notizia è stata la branca francese del gruppo via Twitter: “Le attiviste Femen sono perseguite per ‘possesso illegale d’armi da fuoco e munizioni’. La pena in cui possono incorrere arriva fino a 5 anni”. E in effetti la polizia avrebbe ritrovato una pistola, una bomba e ritratti di Putin e Kiryll (il patriarca ortodosso russo).
I sospetti di una messa in scena al solo scopo di mettere in carcere le ormai celeberrime leader del movimento neo-femminista si stanno ovviamente rincorrendo. A insospettire è soprattutto il ritrovamento di una bomba, dal momento che il gruppo si è sempre dichiarato pacifista e ha sempre è solo messo in scena azioni di protesta in topless.
A dare credito alla versione del complotto ordito da Vladimir Putin è anche il Joseph Paris, documentarista francese autore di un lavoro proprio sulle Femen, che scrive sul sito Radical Cinema: “Femen è una organizzazione non violenta. Femen rifiuta l’uso di ogni arma che non sia il loro petto nudo. Le armi trovate sono chiaramente una messa in scena, sistemate nel loro ufficio in modo da fermare il lavoro dell’organizzazione per i diritti delle donne fondata proprio a Kyiv nel 2008″.
Via: polisblog.it
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