Femen: “Le rivolte insegnano che lottare è normale”

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Bologna 7 giu. – Si smarca dall’accusa di vicinanza ai nazifasciti ucraini, critica Poroshenko e pensa che un giorno le Femen potranno entrare in parlamento. Sasha Shevchenko, una delle più famose Femen, è a Bologna in occasione della proiezione di ”Femen: Ukraine is not a Brothel“. Il documentario di Kitty Greenal è in programma al Biografilm Festival questa sera alle 19 al Cinema Arlecchino.

Il documentario, già presentato fuori concorso, al Festival di Venezia, ha offerto uno sguardo inedito sulle Femen, il gruppo di attiviste ucraine che hanno fatto dei loro topless l’arma con cui combattono il maschilismo e le forze patriarcali dominanti. Nella pellicola vengono presentate le immagini quotidiane di attiviste come Sasha, Inna, Anna, Alexandra, Oksana alternate con quelle delle proteste in vari Paesi – dall’Ucraina alla Turchia – reazioni violente comprese, tra botte, calci, arresti, minacce e la paura delle famiglie. Il tutto, però, con una presenza scomoda: quella di Viktor, attivista delle Femen, arrogante e prevaricatore che sembra essere il manovratore di tutte le proteste: “Sono già due anni che siamo senza Viktor – ha detto Shevchenko -. E’ rifugiato in Svizzera, non siamo amici e non ci parliamo. E’ successo tempo fa, faccio fatica anche a ricordare quei tempi. Penso che ora non abbiamo persone pazze nel collettivo”.

Non c’è un’organizzazione centrale, ha spiegato la Shevchenko all’incontro con i giornalisti, e le decisioni vengono prese collettivamente. Secondo l’attivista ucraina le sex-attiviste in topless nel mondo sono circa mille. “Io non cerco di controllare le Femen degli altri Paesi. Se hanno bisogno di consigli glieli dò. C’è qualcuna che vuole controllare. Ma la nostra ideologia è molto chiara, contro il potere patriarcale, le dittature, le religioni e l’industria del sesso. E abbiamo il sex-attivismo come modo di agire”.

Sulla situazione attuale ucraina Shevchenko è molto critica. ”Al governo ci sono le stesse persone”. Secondo la Femen il nuovo presidente Petro Poroshenko, eletto dopo la rivolta di Maidan, è un oligarca. Ma dopo le rivolte “sono le persone normali ad essere cambiate e questo è la cosa migliore: molti miei amici che prima consideravano normale la situazione in Ucraina, hanno partecipato alle rivolte e sono cambiate. Hanno capito che la normalità non era quella che c’era prima, ma che è ‘normale’ lottare, fare qualcosa per il Paese”. Shevchenko ha voluto smentire seccamente la vicinanza delle Femen a Svoboda, partito nazionalista di estrema destra: “Io non sono nazionalista, non sono una nazi. Questa voce è nata da una foto rubata. In Germania abbiamo fatto tante azioni antinaziste. E siamo contro ogni tipo di nazionalismo. Il femminismo è un’idea di sinistra, siamo per l’uguaglianza per tutti a prescindere dal Paese, dal colore della pelle, eccetera. Non siamo insieme con loro! No!”.

Ma come si entra a far parte delle Femen? Non serve essere giovani e belle chiarisce Shevchenko: “Quando abbiamo iniziato eravamo tutte giovani e in ucraina siamo tutte bionde, ma noi rifiutiamo l’idea di donna che dev’essere bella a tutti i costi per trovare marito. L’unico requisito per entrare a far parte delle Femen è di essere pronte a combattere”.

L’intervista a  Sasha ShevchenkoKitty Greenal di Francesco Locane e Alice Guastadini a RadioBiografilm, sulle nostre frequenze.

Critiche alle Femen arrivano dal PdCI di Bolognache definisce il gruppo di attiviste un “mezzo di propaganda politica al servizio di interessi euro-atlantici”. L’accusa è quella di guadagnare mille euro al mese, “il triplo di quello che prende un lavoratore ucraino” e di essere finanziate da imprenditori tedeschi e americani.

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Via: radiocittadelcapo.it


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