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Parigi (Francia), 9 lug. (LaPresse/AP) - E' ripreso a Parigi il processo a nove attiviste di Femen accusate di aver causato danni materiali quando suonarono una campana nella cattedrale di Notre Dame a febbraio del 2013. Le giovani, tra cui la leader del gruppo femminista, l'ucraina Inna Shevchenko, organizzarono l'azione in protesta contro l'opposizione della Chiesa cattolica ai matrimoni gay e per festeggiare le dimissioni del papa Benedetto XVI. La procura francese ha chiesto che le attiviste, arrivate oggi in tribunale in t-shirt e corone di fiori, paghino ciascuna una multa da 1.500 euro. Al processo sono anche tre guardie della cattedrale che fecero allontanare le Femen dalla campana, accusate di atti di violenza. La procura ha chiesto di condannare le guardie a multe più basse con la sospensione della pena. Il verdetto sarà annunciato il 10 settembre. "Chiediamo la riparazione dei danni morali e materiali legati ai danni fatti alle campane e, per estensione, alla libertà religiosa in Francia", ha detto un avvocato che rappresenta la cattedrale, Laurent Devolve. Durante l'udienza Shevchenko ha invece proposto di aprire un dibattito più ampio sul ruolo della religione in Francia. "La religione - ha affermato - è un argomento intoccabile. Si può discutere di qualsiasi cosa, ma non si può mettere in dubbio l'esistenza di Dio o di quanto sia assurdo applicare le regole o le tradizione della religione in uno Stato laico".
Via: lapresse.it
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