“Il mio corpo mi appartiene”: ecco il libro di Amina

Prima è stata segregata in casa, poi imprigionata per l’adesione alle Femen (movimento femminista di protesta ucraino), successivamente abbandonate. Amina […]

Prima è stata segregata in casa, poi imprigionata per l’adesione alle Femen (movimento femminista di protesta ucraino), successivamente abbandonate. Amina Sboui, classe 1994, ha tatuato sul corpo la scritta “Il mio corpo mi appartiene”. E proprio questa stessa frase è anche il titolo del libro edito da Giunti che Amina, la giovane blogger tunisina, simbolo della rivolta femminile nei paesi arabi, presenterà domani, giovedì 22 gennaio, alla Casa delle Donne di Milano. Con l’autrice interverranno Giuliana Sgrena e Nadia De Mond.

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È il 1 marzo 2013 e Amina, mettendo la sua immagine in rete, si fa portavoce della sua generazione, dei giovani che come lei hanno partecipato attivamente alla Primavera araba, chiedendo più libertà in un paese ormai in mano agli integralisti islamici. Questo gesto le costa quasi la vita: prima viene segregata dai suoi stessi genitori, scandalizzati e timorosi che le conseguenze di un atto così forte si possano ripercuotere su tutta la famiglia, poi finisce in prigione. Ma anche da dietro le sbarre Amina continua a battersi in difesa delle detenute, sistematicamente percosse e angariate, e per la libertà di espressione. Una volta scarcerata, proprio a causa della notorietà che la sua figura ha acquisito nel mondo, Amina non è ancora libera: deve lasciare il suo Paese e si trasferisce in Francia, a Parigi.

Dal libro:

Mi piacerebbe vivere in un mondo in cui non esiste la “nostalgia di casa” perché il mondo intero è la nostra casa. E a questo proposito: ebbene sì, la Tunisia non mi manca. Mi capita invece di stare male perché delle persone vengono arrestate e io sono del tutto impotente. Sogno un mondo senza razzismo, senza omofobia, senza xenofobia, un mondo d’amore, senza frontiere… un mondo di pace, di musica. Un mondo che abbia per slogan: “Libertà, dignità, giustizia sociale”, il mio slogan preferito durante la Rivoluzione tunisina. Innanzitutto perché in Tunisia bisogna ancora gridarlo forte e chiaro, visto che i cittadini non godono né di libertà né di dignità e la giustizia sociale non esiste. Ma anche e soprattutto perché questo slogan è universale e tutti noi possiamo sentirlo come nostro.

Il mio corpo mi appartiene” è disponibile in iTunes al prezzo di 8,99 euro.

Via: itunesitalia.it


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