PARIGI - "Se parlo è per aiutare mia figlia": Mounir Sboui, il padre di Amina Sboui, la giovane militante tunisina del gruppo femminista Femen nota come Amina Tyler, rimasto a lungo in silenzio, ha deciso di parlare con il quotidiano francese Liberation.
"Mia figlia è innocente", ha detto il padre, medico di 50 anni della ragazza attualmente sotto processo per aver scritto la parola 'Femen' sul muro di un cimitero.
"È solo una ragazzina che ha fatto un piccolo errore, di cui io stesso e la società siamo responsabili". L'uomo si dice "fiero" della figlia, una ragazza "gentile e ribelle" e "che difende le proprie idee", pur commettendo "azioni smisurate".
Mounir Sboui condivide "al 100%" le convinzioni di Amina: "Mia figlia mi ha fatto riconciliare con me stesso e con i miei valori - ha detto -. Prima non ero molto coinvolto nel sociale, ora sento che bisogna essere più attivi".
Per suo padre il gesto della ragazza è stato "un errore, non un crimine". Anche se rischia sei anni di detenzione, Amina "conserva il sorriso. È lei - ha aggiunto il padre - che ci solleva il morale, ci parla delle cattive condizioni di detenzione delle donne".
Via: cdt.ch
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