La donna che aggredì Draghi

L’attivista che ha interrotto a colpi di coriandoli la conferenza stampa del presidente della Bce Mario Draghi il 15 aprile a Francoforte si chiama Josephine Witt. Ad annunciarlo è stato il tabloid tedesco Bild, nonostante l’identità e l’appartenenza politica della giovane, che indossava una maglietta nera con la scritta «End the ECB Dick-Tatorship» («Stop alla dittatura della Bce»), non fosse ancora stata confermata ufficialmente dalla polizia. A fugare qualsiasi dubbio è stata poi lei su Twitter: «L’attacco ai coriandoli non era una protesta di Femen, mi spiace ragazze». La 21enne tedesca ha quindi precisato: «Mi considero un’attivista indipendente» in risposta a coloro che l’avevano associata prima Blockupy e poi al movimento femminista.

NUDA IN CHIESA A COLONIA NEL 2013
D’altronde la giovane, il cui vero nome sarebbe Josephine Markmann, si era già fatta notare nel 2013 proprio nelle fila delle Femen quando aveva interrotto la messa di Natale nel duomo di Colonia mostrando il seno nudo con la scritta «Io sono Dio». Secondo i racconti, la Witt era entrata nella cattedrale con un lungo cappotto nero, che si è sfilata all’omelia per saltare nuda sull’altare gridando frasi come «Credo nella libera autodeterminazione della donna». Il cardinale e arcivescovo Joachim Meisner – che il giorno di Natale festeggiava anche il suo 80esimo compleanno – è rimasto impassibile finchè gli addetti alla sicurezza non hanno portato via Josephine. Poi ha ripreso le celebrazioni dicendo: «Ognuno merita una benedizione, anche questa signora confusa, alla quale concedo la mia benedizione, poichè ne ha più bisogno di tutti». La Witt è stata quindi denunciata per disturbo di funzione religiosa e rilasciata dopo un breve fermo della polizia. La corte della città tedesca l’aveva poi condannata a pagare una multa da 1200 euro. «È stata una protesta delle Femen», aveva spiegato lei allora criticando l’atteggiamento maschilista della Chiesa in generale e del cardinale Meisner in particolare. «Ma non lo rifarei», aveva poi aggiunto.

La reazione di Mario Draghi.

La reazione di Mario Draghi.

29 GIORNI DI CARCERE NEL 2014
Poi l’11 dicembre 2014 deve avere cambiato idea. Perchè la giovane a giugno 2014 ha protestato con altre quattro Femen contro l’arresto di una collega tunisina. Un’iniziativa che le è costata 29 giorni di carcere.

IN TIVÙ IN TOPLESS CON IL TRAP
Infine l’11 dicembre ha fatto irruzione nello studio Tv del talk show Markus Lanz dove erano ospiti Giovanni Trapattoni e l’ex calciatore Thomas Strunz. Visto il parterre calcistico, Josephine si è presentata seminuda e con due palloni da calcio insanguinati disegnati sul seno per denunciare lo sfruttamento dei lavoratori immigrati che stanno costruendo gli impianti per i mondiali del 2022.

Via: letteradonna.it


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