Solo gli sciocchi non cambiano mai idea. Inna Shevchenko, leader ucraina delle Femen che ora vive in “esilio” a Parigi, si trovava a Copenaghen poco prima dell’attacco terroristico di sabato, per partecipare al dibattito con Lars Vilks, il vignettista svedese scampato all’attentato. «Per la prima volta ringrazio gli agenti. Se non sono morta lo devo a loro».
In un’intervista a La Repubblica, la donna racconta quei momenti: «È stato orribile quando sono cominciati gli spari». La leader delle Femen stava intervenendo al dibattito quando è partita la raffica di colpi. «Mi sono buttata sotto al tavolo insieme a Vilks e all’ambasciatore francese, strisciando a terra verso l’uscita di sicurezza».
«Per la prima volta ringrazio gli agenti». Già, perché finora l’intervento delle forze dell’Ordine in presenza delle Femen si è sempre tradotto con la “presa in carico” delle signore, colpevoli di “manifestare” il loro pensiero con troppa “veemenza” e “mancanza di rispetto” (tipo quando hanno manifestato in topless in Piazza San Pietro, facendo gesti osceni con il crocifisso).
Invece questa volta la polizia una Femen l’ha difesa, portandola in una stanza di sicurezza, tipo bunker: «Se non fossimo stati così protetti saremmo tutti morti. È stato un miracolo…». La Shevchenko prosegue sottolineando a più riprese i meriti delle forze dell’Ordine, lodando il loro operato. «La Polizia è stata eroica, come Femen sono abituata a sfidare gli agenti, ma questa volta posso dire solo grazie, grazie alle forze dell’ordine».
Via: lultimaribattuta.it
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