La provocazione delle Femen contro l’ISIS e la banalità del male

1024px-Femen_2Il male ha una caratteristica inconfondibile: è banale, e nella sua tragica banalità, è vistoso, fa molto rumore, e divide, sempre.

In questo difficile momento storico, mentre qui in Occidente sonnecchiamo immersi nella crisi economica sognando ancora gli anni dei Roy Rogers come Jeans, tutto il Mondo va a fuoco.
Le guerre, l’odio e la brutalità sono per buona parte del Pianeta la normale consuetudine di ogni istante. Gli equilibri fra il ricco Occidente e il resto del Mondo sono sempre più precari.

Immagini di abusi, decapitazioni ed esecuzioni di massa arrivano davanti ai nostri occhi attraverso la rete, o con l’esclusiva del business mediatico, trasformandosi in contenuti usati ad hoc, per terrorizzare e dividere. Per sottolineare l’esigenza di attaccare, o di difendersi dalla disumanità dell’altro. Come se ogni guerra non contenesse il germe della follia, della necessità della morte e del dolore. Come se adesso fosse diverso. Cose già viste, le possiamo trovare sui libri di storia, oppure parlando con qualche reduce di una qualsiasi guerra.

In effetti, mi sembra che tutto questo sia davvero banale, e credo che l’umanità dovrebbe evolversi attraverso la consapevolezza e la necessità di andare avanti in nome di un unico risultato: la fratellanza universale fra i popoli. E’ per questo che ritengo che ogni azione, politica e non, deve basarsi su un solo imprescindibile principio: ama il prossimo tuo come te stesso.

Questo lo penso, e lo dico a costo di fare la figura del sempliciotto utopico, perché so bene che è possibile testare l’efficacia di tale concetto empiricamente, solo che per farlo bisogna assumersi delle responsabilità. Tale impegno, che va preso in ogni istante della nostra vita, è molto più importante di quello che hanno i nostri, passatemi il termine “odierni e moderni capi popolo”.

Non è per essere cattivo, ma la triste realtà della situazione è sotto gli occhi di tutti, l’umanità è per lo più guidata da trogloditi in cravatta dai modi autorevoli e l’indice facile sui bottoni dei missili o da selvaggi con barbe e Kalashnikov che sgozzano i loro nemici e ne appendono in giro le teste. Il mondo si sta lentamente dividendo, e le tre parti in causa si contendono a suon di brutalità risorse e potere.

In questo scenario, e non credo di avere esagerato, anzi, forse ho anche rincarato la dose, è necessario che si concretizzi una vera presa di responsabilità da parte di tutti. Una responsabilità molto più seria e grave, anche rispetto a quella di molti presunti gruppi di attivisti che usano la provocazione come tattica.

Lo dico perché dando un’ occhiata su un noto quotidiano italiano mi è caduto l’occhio su una delle ultime proteste del gruppo femminista Femen. Alcune attiviste hanno recentemente protestato davanti all’Arco di Trionfo di Parigi contro l’ISIS (lo Stato Islamico), tutte con il volto coperto dalle Kefiah, e con armi di plastica hanno mostrato la scritta sul seno: “ Infedeli unitevi”. Mentre sempre secondo l’articolo, il volantino distribuito ai passanti recitava:” La migliore cosa che potete fare è battervi e mostrare la vostra forte non-credenza nelle idee dello Stato Islamico, che siate francesi, americani o di altri paesi minacciati”.

Che dire, al di la del fatto che lo Stato Islamico sta compiendo ogni sorta di brutalità, e che non ci si può identificare ne con loro, ne con le politiche estere Occidentali, che spesso contribuiscono a creare gruppi come appunto L’ISIS o Al QUAEDA, la mascherata avrà sicuramente fatto notizia, e avrà sicuramente aumentato l’odio e le distanze fra Noi (i buoni) e gli altri (i cattivi).

Bene, ora vorrei dire qualcosa che ritengo rivoluzionario: è necessario che i Popoli si uniscano sotto la bandiera dell’amore e dell’innocuità, è necessario che la razza umana si evolva e superi la sofferenza, le divisioni e l’odio, sia esso di genere, di razza o sociale, oppure finirà come diceva qualcuno :”occhio per occhio e il mondo diventa cieco”.Personalmente non ho niente contro le Femen, è solo che non ritengo rivoluzionario mostrare il seno e urlare slogan davanti a centinaia di fotografi e giornalisti.
L’unica cosa che ritengo veramente rivoluzionaria, è raggiungere l’illuminazione, per farlo però bisogna rimboccarsi le maniche,e per davvero..

Tags: Amore, banalità, brutalità, evoluzione, Femen, guerra, illuminazione, loro, male, noi, occidente, odio, umanità

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