di Enrico Oliari –
È dibattito aperto in Marocco, dopo che il ministro della Sanità Houssein Louardi ha chiesto la depenalizzazione dell’omosessualità, oggi reato perseguito dall’articolo 489 con pene fino a tre anni di reclusione.
Lo scorso 4 giugno due Femen erano state espulse per una manifestazione a seno scoperto con la scritta sul petto “in gay we trust”, e due omosessuali marocchini erano stati arrestati per essersi baciati davanti alla torre di Hassan, uno dei monumenti più importanti della città e minareto della storica moschea “Incompiuta”.
Il caso è girato come una scheggia sui media internazionali, anche perchè le libertà civili potrebbero rappresentare la cartina al tornasole per i propositi innovativi di riforme sociali e del diritto che re Mohammed ha detto di voler portare avanti e che indicano un paese confessionale (il re è capo dei Credenti dell’Islam) in antitesi con il Califfato di Abu Bakr al-Baghdadi.
Tuttavia si preannunciano resistenze: provocatoriamente il settimanale Maroc Hebdo ha pubblicato in copertina la foto di due omosessuali con la scritta “Dobbiamo bruciare gli omosessuali?”, chiedendosi “Certo, è un diritto individuale. Ma che ne è della morale e dei valori religiosi?”: subito la pagina Facebook della testata è stata presa d’assalto, con posizioni favorevoli e contrarie.
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