Napolitano: andare alle urne Femen, blitz anti Berlusconi


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ROMA Il presidente della Repubblica, e quasi tutti i big, hanno votato nella mattinata di ieri nei rispettivi luoghi di residenza. Ma a far notizia è stato Silvio Berlusconi, ancora una volta, questa però involontariamente, per la protesta di tre attiviste del gruppo Femen, a seno nudo, al seggio di Milano. Giorgio Napolitano, accompagnato dalla moglie Clio, si è recato intorno alle 11 al seggio di via Panisperna, nel quartiere Monti di Roma, a pochi passi da Quirinale. A chi gli chiedeva di fare un appello al voto ha risposto: «Non ce n'è bisogno, è implicito nella Costituzione». Dopo aver votato ha fatto una breve passeggiata con la consorte. Assai più movimentato, invece, il voto di Berlusconi, contestato dalle ragazze di Femen, gruppo nato in Ucraina nel 2008 che organizza proteste eclatanti con giovani in topless in Europa in favore dei diritti delle donne e contro le discriminazioni sessuali. Ad attendere il leader del Pdl al seggio di via Scrosati a Milano poco prima delle 13, c'era anche Inna Shevchenko, ucraina di 23 anni, tra le fondatrici del movimento, che ha partecipato anche alla contestazione in Piazza San Pietro durante l'Angelus del Papa lo scorso gennaio. Assieme a lei, mischiate tra i giornalisti, c'erano la connazionale Oksana Shachko e la francese Elvire Duvelle-Charles. Appena Berlusconi è entrato, sono avanzate verso di lui liberandosi dei giacconi. A torso nudo, hanno mostrato la schiena e il petto coperti da scritte, urlando «Basta Silvio, basta Silvio». Immediata la reazione degli uomini delle forze dell'ordine, che le hanno portate all'esterno ma due in particolare hanno opposto molta resistenza cercando di divincolarsi anche con graffi e calci. Le tre donne sono state identificate in questura: accusate di atti contrari alla pubblica decenza e resistenza a pubblico ufficiale sono state rilasciate nel pomeriggio. Femen ha rivendicato su Facebook «l'attacco» a Berlusconi chiedendo agli italiani di «non votare qualcuno che dovrebbe essere in prigione». «Sono esagerazioni, chi ragiona con intelligenza e con il cervello non può votare che in una direzione, e si comporta conseguentemente. Poi ci sono tutte le situazioni fuori dalla ragione che esistono e non possiamo farci niente», ha commentato il leader del Pdl. Dentro al seggio ha trovato anche questa volta, come nel 2011, una scrutatrice da rimproverare perché sorride poco: «Lei deve imparare a sorridere», ha detto a una ragazza impegnata al seggio. Che è rimasta impassibile.






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Via: ilgiornaledivicenza.it


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