Dal 2008, quando FEMEN ha iniziato le sue attività, le sue militanti hanno cominciato a battersi contro la prostituzione, un tritacarne che aveva già inghiottito molte loro amiche e che avrebbe potuto inghiottire anche loro. Durante la campagna "l'Ucraina non è un bordello", FEMEN ha alzato la voce contro questo sistema devastante, prima nelle strade, poi a livello politico, presentando al governo un progetto di legge per la criminalizzazione dei clienti. Ma il progetto non è mai stato sottoposto al voto, e le donne ucraine si sono viste chiudere quello spiraglio che aveva appena cominciato ad aprirsi.
Alcuni detrattori del progetto erano semplicemente ignoranti (ignoranti delle sofferenze delle donne, come troppo spesso accade in questa parte del mondo), ma altri avevano interessi personali a difendere il sistema, perché erano i loro piccoli, luridi affari a venire attaccati!
Oggi, le attiviste ucraine e francesi si uniscono per difendere un analogo progetto in Francia. FEMEN saluta con favore l'iniziativa del governo socialista e la fattiva volontà di affrontare il dramma della prostituzione.
Ci interroghiamo sul modo di gestire il tema della prostituzione: "Come farlo nel modo corretto?", "Come rendere la prostituzione accettabile?", "Quali sono i lati positivi e negativi della prostituzione?". Ma l'unica domanda che dobbiamo porci riguarda l'esistenza stessa della prostituzione! La società che vuole affrontare il problema deve prendere una posizione netta, legalizzare la prostituzione o vietarla, vivere in una civiltà patriarcale o in una civiltà egualitaria.
Oggi, le attiviste ucraine e francesi si uniscono per difendere un analogo progetto in Francia. FEMEN saluta con favore l'iniziativa del governo socialista e la fattiva volontà di affrontare il dramma della prostituzione.
Ci interroghiamo sul modo di gestire il tema della prostituzione: "Come farlo nel modo corretto?", "Come rendere la prostituzione accettabile?", "Quali sono i lati positivi e negativi della prostituzione?". Ma l'unica domanda che dobbiamo porci riguarda l'esistenza stessa della prostituzione! La società che vuole affrontare il problema deve prendere una posizione netta, legalizzare la prostituzione o vietarla, vivere in una civiltà patriarcale o in una civiltà egualitaria.
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La posizione di FEMEN è inflessibile: la prostituzione è un traffico di esseri umani, è lo sfruttamento di un sesso ai danni dell'altro mediante la forza o l'inganno; la società deve proibirla con la massima severità.
Legalizzare la prostituzione significa decretare la vittoria definitiva del sistema patriarcale nella guerra dei generi, significa legittimare una società in cui gli uomini si siedono a tavola sbavando e comunicano l'ordinazione alle loro serve sessuali.
Secondo il rapporto dell'associazione Nid de Femmes, l'80% dei clienti delle 20.000 prostitute attive in Francia sono uomini, e l'80% delle 20.000 prostitute attive in Francia sono sotto il controllo di trafficanti, magnacci o d'altro genere, per ragioni economiche o familiari. La prostituzione è una forma suprema di dominazione maschile. La regola non prevede alcuna reciprocità né uguaglianza nell'atto sessuale, perché assegna alla donna una posizione subordinata e la riduce a un puro strumento di piacere soggetto ai desideri del cliente pagante.
Nell'atto della prostituzione si fondono due forme di potere sociale, il sesso e il denaro, che agiscono in sinergia. In queste due forme (sessuale ed economica) gli uomini esercitano un potere sostanziale e sistematico sulle donne. Nella prostituzione, le due disparità nell'esercizio del potere si uniscono in un atto che riafferma lo status sociale ed economico dominante dell'uomo sulla donna.
L'Europa deve abbandonare la visione romantica della prostituzione come atto di scelta. Situazioni simili esistono, certo, ma in una percentuale minima, e non dovrebbero essere adottate come una scusa (comoda e vigliacca) per ignorare la sofferenza di milioni d'altre donne. Del resto, sarebbe un atto di onestà ammettere che, nella maggioranza dei casi, la prostituzione non è praticata da donne europee.
A Parigi, ad esempio, nel quartiere di Belleville le prostitute sono asiatiche, a Barbès sono africane e a Pigalle sono slave. La prostituzione parigina è esercitata da donne che la intraprendono per garantirsi una sopravvivenza economica. Definitela una loro "scelta", se volete, ma dovete ammettere che non ne hanno molte altre (qui la tautologia è necessaria).
FEMEN rifiuta la prostituzione. La compravendita delle donne operata degli uomini deve essere vietata e punita. Noi rifiutiamo la legalizzazione del dominio maschile.
Accettare legalmente l'esistenza della prostituzione significa sprofondare sempre più negli abissi del patriarcato, e perdere un'occasione cruciale per combatterlo.
Accettare legalmente l'esistenza della prostituzione significa coltivare l'idea di una società arcaica nella quale le donne non sono pari agli uomini.
FEMEN depreca le argomentazioni dei promotori della legalizzazione che banalizzano il problema (in modo troppo grave) adducendo che "la prostituzione è il mestiere più antico del mondo"! Pensano forse che bisognerebbe legalizzare altre pratiche "vecchie come il mondo", a cominciare dallo stupro, dall'omicidio e dalla pedofilia? Allora rallegriamoci: la penalizzazione dei clienti delle prostitute sarà un nuovo passo verso l'abolizione di crimini ancestrali!
FEMEN sostiene il governo nel progetto che mira a criminalizzare i clienti delle prostitute per affrancare le donne vittime della prostituzione e pervenire a una vera parità tra i sessi. Se non c'è domanda, non c'è offerta.
No allo sfruttamento!
No alla prostituzione!
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