(di Paola Del Vecchio) (ANSAmed) - MADRID - A seno nudo in pieno Parlamento.
Rischiano fino a un anno di carcere per aver "turbato i lavori dell'Aula" le tre attiviste di Femen che oggi hanno fatto irruzione nel dibattito alla Camera spagnola sulla 'controriforma' dell'aborto. Sedute nella tribuna degli invitati del Congresso, le tre attiviste, guidate dalla leader del movimento in Spagna, Laura Alcazar, si sono alzate durante l'intervento del ministro della Giustizia, Alberto Ruiz-Gallardon, e si sono tolte le magliette, scandendo gli slogan pro-aborto disegnati sul petto: 'El aborto es sagrado'. Su ordine del presidente della Camera, Jesus Posada, le attiviste sono state portate fuori dall'aula, non senza opporre resistenza agli uscieri, aggrappandosi alle colonne e alla balaustra della tribuna. "Fate con cautela", ha ammonito uno sconcertato Posada, mentre dagli scranni del Partido Popular si levavano grida di 'Fuori di qui!' cui rispondevano gli applausi di Izquierda Unida, la sinistra unita.
Si tratta della protesta più clamorosa realizzata dalle Femen in Spagna, Paese dove il movimento, dopo cinque anni di attivismo in tutto il mondo, si è costituito nel maggio scorso.
Dall'iniziale lotta contro la struttura patriarcale della societa' e i cosiddetti 'tre nemici maggiori' - lo sfruttamento sessuale, le istituzioni religiose e le dittature - l'organizzazione femminista, fondata nel 2008 a Kyiv dall'universitaria Anna Hustol, ha esteso la sua lotta contro "ogni tipo di violenza sulle donne", portata avanti con slogan dipinti sul seno e corone di fiori in testa. "Mostriamo il corpo perché questo crea tensione", aveva spiegato in una recente intervista la leader Laura Alcazar. E' stato l'ultimo episodio violento del quale e' stata vittima la tunisina Amina Tyler - alla cui famiglia settori islamici radicali hanno lanciato minacce dopo che la giovane aveva postato su Facebook una sua foto in topless mentre fumava - che ha spinto la Alcazar ad fondare la ong in Spagna. Dopo l'azione alla Camera, Femen ha lanciato nei suoi profili su Facebook e Twitter l'appello "al Parlamento spagnolo a ritirare immediatamente il progetto terrificante", in riferimento alla riforma dell'aborto, e "a pronunciarsi sulle questioni politiche e sociali che stanno facendo tornare la Spagna a epoche passate degne di una dittatura". Attualmente in stato di fermo e a disposizione dell'autorità giudiziaria, le tre attiviste rischiano da sei mesi a un anno di carcere, in base all'articolo 497 del Codice Penale. "E' una mancanza di rispetto alla sovranità popolare", ha commentato il ministro Ruiz-Gallardon a margine della sessione parlamentare. E ha biasimato che si qualifichi come "sacro" l'aborto, che "è sempre un dramma per le donne".
La protesta di Femen è contro la riforma dell'attuale legge, approvata nel 2010 dal governo socialista di Zapatero, che consente l'aborto fino alla 14/ma settimana di gestazione, introducendo termini per l'interruzione volontaria di gravidanza, ed equipara la legislazione spagnola a quella di altri paesi europei come Olanda o Francia. La riforma promossa dal governo dei popolari rappresenta un ritorno alla precedente normativa, che consentiva l'interruzione volontaria di gravidanza nei casi di violenza sessuale, malformazione del feto o rischio per la salute della madre. Ma, solo in casi gravi di malformazione del feto e non per handicap. A differenza della normativa vigente, la proposta del governo prevede la possibilità per le minori di 16 e 17 anni di abortire solo con il consenso dei genitori o dei tutori.(ANSAmed)
Via: ansamed.info
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