Tunisia: i due volti di Amina, dolce e guerriera

di Diego Minuti

Le sue fotografie a seno nudo e sigaretta tra le labbra, con scritte che sfidano quelli che ritiene i nemici delle donne tunisine e dei loro diritti, hanno rimandato al mondo l'immagine di una ragazza aggressiva, sfrontata. Una guerriera pronta a tutto, anche alla galera, pur di difendere le sue idee. Ma, nel privato, Amina Sboui dà di sé una immagine completamente diversa. A caratterizzarla sono la pacatezza, la tranquillità, il rispetto della religione (un po' meno delle tradizioni). E, quasi incredibilmente, un pizzico di fiducia nel suo Paese.

Le sue iniziative eclatanti, sotto l'egida del movimento Femen, sono state prese con la consapevolezza di andare incontro a guai, in un Paese in cui la donna, al di là delle sue ultracinquantennali conquiste, è ancora fortemente condizionata dalla cultura musulmana tradizionale. Ma Amina non sembra curarsene troppo.

Chi in questi giorni ha avuto l'opportunità di parlarle, a riflettori spenti, ha avuto l'impressione di trovarsi davanti una ragazza ben diversa dalla guerriera che è scesa in campo a difesa della sue battaglie. Ora, dopo avere sbandierato la sua adesione al movimento Femen, dice di volersene distaccare. Anche se, confessa, la sua non è ancora una decisione definitiva. A farla infuriare è stata la scelte delle attiviste di Femen di manifestare per la sua scarcerazione davanti all'ambasciata di Tunisi a Parigi, al grido di ''Amina Akbar''.

Troppo per una rivoluzionaria che si rivela a sorpresa musulmana convinta. Per lei ''Akbar'', grande, è aggettivo che un credente può accostare solo a Dio, Allah in arabo. E se qualcuno le chiede se lei crede, la sola risposta è un silenzio prolungato, appena addolcito da un accenno di sorriso.

L'ultima sua esternazione (una foto a seno nudo con un attacco agli islamici che vogliono imporre la "loro" democrazia) sembra rientrare in uno schema: attaccare continuamente per tenere desta su di sé l'attenzione.

Ma poi, a parlarci, ci si accorge che Amina è una ragazza assolutamente normale, che non infarcisce i suoi discorsi con ideologie e altre cose del genere. Tra una frase e l'altra, senza mai accendere una di quelle sigarette che hanno caratterizzato le sue fotografie, traspare anche un accenno di fiducia nell'indipendenza dal potere politico della magistratura tunisina, che pure l'ha trattenuta in carcere per due mesi, per una accusa risibile. 

Via: notiziarioitaliano.it


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