Ucraina: "Pronti a intesa con Ue". Parlamento Crimea: "Sì adesione …

Kyiv, 6 marzo 2014 - Sono gli sforzi diplomatici internazionali, da un lato, e le spinte secessioniste in Crimea, dall'altro, a disegnare oggi il volto della crisi in Ucraina. Sul primo fronte, continuano le prove di dialogo tra Usa e Russia con un nuovo incontro, a Roma, tra il segretario di Stato americano John Kerry e  il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov (VIDEO), a margine della Conferenza sulla Libia. Un vertice del Consiglio straordinario dei capi di Stato e di governo Ue è andato in scena a Bruxelles. Ma cresce il caos in Crimea dove oggi il Parlamento ha votato a favore dell'annessione della Regione alla Russia, in attea del referendum confermativo della secessione, anticipato a domenica 16 marzo.

LE REAZIONI - La cancelliera tedesca Angela Merkel definisce la consultazione popolare "illegale e incompatibile con la Costituzione ucraina". "Noi - prosegue Merkel - condanniamo la violazione della sovranità ucraina riguardo la Crimea e consideriamo l'integrità territoriale ucraina essenziale". Anche il premier britannico Cameron, inizialmente tiepido con Mosca, osserva: "Ieri a Parigi erano stati fatti dei passi avanti per riuscire a portare Russia ed Ucraina attorno ad un tavolo, ma oggi, col voto del parlamento della Crimea di andare con la Russia ed il referendum incostituzionale sono passi nella direzione sbagliata". Esplicito il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama: "La soluzione della crisi deve rispettare gli interessi del popolo dell'Ucraina, e anche quelli della Federazione russa. I diritti di tutte le persone in Ucraina, Crimea e Russia devono essere rispettati. La Russia potrebbe mantenere diritti in Crimea senza violare gli accordi e rispettando la sovranità ucraina, sostenendo il popolo ucraino verso le elezioni di maggio. Abbiamo discusso con tutti partner, inclusi Russia e Ucraina, ma se le violazioni continueranno saremo determinati a rispondere".

KYIV: "PRONTI ALLA FIRMA CON L'UE" - "Siamo determinati e pronti a firmare l’accordo di associazione con la Ue". Lo ha detto il premier Arseni Iatseniuk dopo la riunione a Bruxelles. "Siamo in una situazione economica disperata”, ha aggiunto. La proposta di aiuti europei "è un significativo supporto all’economia ucraina" perché "permetterà l’accesso al mercato europeo". E sulla corsa alle armi: "Finora abbiamo evitato di rispondere con la forza - commenta Iatseniuk -. Dalla la Russia azioni inaccettabili ma in caso di ulteriori azioni nel territorio ucraino, il governo e le forze militari interverranno: siamo pronti a difendere il nostro popolo".

VAN ROMPUY ACCELERA - I leader dell'Unione europea hanno deciso di firmare con l'Ucraina i primi capitoli politici di un accordo di associazione "prima delle elezioni in Ucraina del 25 maggio," lo ha
detto il presidente del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy, al termine di un summit straordinario svoltosi a Bruxelles. Secondo Van Rompuy, "ulteriori passi della Russia per destabilizzare la situazione in Ucraina porterebbero conseguenze severe e di vasta portata, anche in aree economiche su vasta scala". Nell'attesa è pronto un pacchetto di corposi aiuti. "I leader europei hanno accolto con favore il pacchetto da 11 miliardi di aiuti per l'Ucraina presentato dalla Commissione", ha detto il presidente dell'Esecutivo Ue, Josè Manuel Barroso, durante la conferenza stampa conclusiva di un vertice Ue straordinario sulla crisi ucraina. 

KERRY E LAVROV A ROMA - Oggi a Roma c'è stato il secondo faccia a faccia in due giorni tra il segretario di Stato americano, Jonh Kerry, e il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov.  Russia e Usa "non hanno ancora raggiunto una comprensione reciproca definitiva sull’Ucraina" ha detto il capo della diplomazia di Mosca, citato dalle agenzie russe. "Per ora non possiamo annunciare alla comunità internazionale che abbiamo trovato un accordo", ha aggiunto. "L’intenzione Usa di imporre sanzioni contro Mosca è già una minaccia": ha detto ancora il capo della diplomazia russa. “Kerry ci ha assicurato che non c’è ancora una lista dei cittadini russi ai quali sarà vietato l’ingresso in Usa, c’è solo una direttiva, ma questo non cambia la situazione perché è ugualmente una minaccia, come la decisione di congelare l’attività del G8 e del consiglio Russia-Nato”, ha dichiarato Lavrov.

LA 'LINEA ROSSA' - L'adesione dell'Ucraina alla Nato è "impossibile e l'Occidente lo sa", proclama il viceministro degli Esteri russo, Vasily Nebenzya, incaricato di liquidare l'argomento di quale sia la 'linea rossa' che l'Ucraina, amputata o meno della Crimea, non potrà mai oltrepassare.

MOGHERINI SODDISFATTA - Gli incontri avviati ieri a Parigi, e proseguiti oggi a Roma, tra i leader della comunità internazionale sulla crisi in Ucraina hanno aperto "una strada diplomatica che fino a due, tre
giorni fa sembrava impossibile":
un risultato "molto incoraggiante", secondo il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, per la quale rappresenta "una prima vittoria, precondizione per arrivare a un risultato". "Oggi da Roma viene un messaggio chiaro di strada diplomatica aperta, è la parola d'ordine di tutti i partner. Non è detto che questo porti a un risultato - ha aggiunto la Mogherini al termine della Conferenza internazionale sulla Libia - perché la situazione sul terreno è ancora molto complicata e le decisioni politiche verranno prese nelle prossime ore. Ma il fatto che la strada diplomatica sia stata aperta, nonostante segnali di chiusura, è molto incoraggiante".

CRIMEA,  PARLAMENTO: "ANNESSIONE ALLA RUSSIA", TARTARI IN PROTESTA- Tensione alle stelle nella Crimea contesa: la leadership filo-russa della regione sul Mar Nero (SCHEDA)  ha accelerato per staccarsi dall’Ucraina. Il parlamento della Crimea ha votato infatti in favore dell’adesione alla Russia, come soggetto della Federazione russa. E' stata fissata, invece, al 16 marzo la data per il referendum sullo status della Crimea.  I cittadini, a maggioranza russa, sono chiamati a scegliere tra due opzioni: chiedere a Mosca l’annessione, oppure restare parte integrante dell’Ucraina, ma sulla base di specifici accordi fissanti nel 1992. “Se hanno già votato e deciso, perché fare un referendum?”. Se lo chiedono I tartari di Crimea che, dopo la decisione del Parlamento, hanno invocato il boicottaggio del referendum.  In una conferenza convocata d’urgenza a Sinferopoli, il presidente del Majlis (parlamento) dei tatari di Crimea, Refat Chubarov, ha definito “pazzi” i deputati che, nel voto praticamente all’unanime, hanno chiesto a Mosca di annettere la Regione. E anche il premier ucraino Arseni Iatseniuk da Bruxelles ha definito "illeggittimo" il referendum: "La Crimea è e resterà Ucraina". Così Kyiv ha emesso mandati d’arresto per il premier e per il presidente del parlamento della Crimea, Serghii Aksionov e Vladimir Kostantivov. Ma a sostenere la linea dell'incostituzionalità del plebiscito, non è solo Kyiv: la stessa posizione è stata assunta anche dai leader europei.

MILITARI OCCUPANO TV - E mentre nelle cancellerie europee si discute del futuro status della Crimea, militari russi hanno preso il controllo della Stazione per le trasmissioni radiotelevisive di Sinferopoli, in Crimea. "Uomini armati - si legge in una nota rilanciata da Interfax Ucraina - e rappresentanti di compagnie radio e televisive russe sono entrati nella Stazione alle 10 del 6 marzo. Hanno illegalmente fermato la trasmissione di Canale 5 e Canale 1+1 e acceso il segnale della tv Rossiya 24 verso una rete di trasmettitori (...) e stanno facendo tentativi illegali di avviare altri canali russi".

 'UCRAINA UNA E UNICA' -

FEMEN A SENO NUDO DAVANTI AL PARLAMENTO - A Kyiv due attiviste delle Femen sono state fermate dopo aver manifestato a seno nudo “contro la guerra di Putin” davanti al Parlamento a Simferopoli. Le due ragazze sono state accolte male dalle centinaia di persone che manifestavano a favore delle secessione (FOTO)

SANZIONI USA, IANUKOVICH, BENI CONGELATI - Intanto gli Usa impongono sanzioni: la Casa Bianca ha fatto sapere che il Dipartimento di Stato imporrà restrizioni sui visti a funzionari e singoli. La misura vieta l'ingresso negli Stati Uniti a chi è "responsabile o complice delle minacce alla sovranità e integrità territoriale
dell'Ucraina": sia cittadini russi sia ucraini. Sul capitolo sanzioni, pugno di ferro anche in Europa: Angela Merkel tiene una "porta aperta al dialogo - dice la Cancelliera in riferimento all'incontro a Bruxelles - ma si dovrà parlare anche di sanzioni". Tra i 18 funzionari di Kyiv colpiti dalle misure imposte ieri dall'Ue e che prevedono il congelamento dei beni, figura l’ex presidente Ianukovich. Stessa disposizione anche per suo figlio. Nella lista figurano anche l'ex capo dei servizi di sicurezza, l'ex ministro dell'interno, l'ex procuratore generale, e l'ex ministro della giustizia. Le sanzioni resteranno in vigore per 12 mesi. Lo rende noto la stessa Ue.

BLITZ DELLA POLIZIA UCRAINA - Stamattina la polizia ucraina ha arrestato l’autoproclamato governatore di Donetsk, Pavel Gubarev, e altri 70 manifestanti filo-russi che avevano preso il controllo della sede del governo della regione orientale dell’Ucraina. Le forze dell’ordine ucraine hanno sgomberato la sede del governo regionale, conquistata mercoledì per la seconda volta da un gruppo di manifestanti filo-russi, e hanno issato alla sua entrata una bandiera ucraina al posto di quella russa che avevano collocato prima i sostenitori di Gubarev. Donetsk è la città del deposto presidente ucraino Viktor Ianukovich.

OSSERVATORI OSCE BLOCCATI  - Sono stati bloccati a un check point gli osservatori dell’Osce che oggi cercavano di raggiungere la Crimea. l’episodio è avvenuto vicino al confine meridionale della penisola, non lontano da Kherson dove i 40 militari non armati, tra cui due italiani, provenienti da 21 Paesi membri dell’Organizzazione, hanno fatto rientro e ora dovranno decidere sul seguito della loro missione.

OBAMA SENTE CAMERON -  E ieri sera il presidente Usa Barack Obama ha parlato al telefono con il primo ministro britannico David Cameron.  I due - si legge nella nota diffusa dalla Casa Bianca - hanno espresso preoccupazione “per la chiara violazione della sovranità dell’Ucraina da parte della Russia” e discusso degli aiuti da fornire al governo ad interim di Kyiv in vista delle elezioni di maggio.

IATSENIUK  DA SCHULZ - Il premier ucraino Arseni Iatseniuk ha incontrato il presidente dell’Europarlamento Martin Schulz: “Questo non è solo un conflitto bilaterale Ucraina-Russia ma una crisi europea” per questo “dobbiamo agire in modo concertato e dobbiamo capire che è una responsabilità congiunta”. Così il premier ucraino ha commentato l'incontro, avvertendo che “ci sono molte opzioni sul tavolo ma dipende dalla Russia se chiudere il conflitto e avere un vero dibattito per stabilizzare la situazione o se invece (Mosca) è sempre riluttante e cerca di aumentare la tensione”.

GIORNALISTA DI 'RUSSIA TODAY' DIMESSA PER PROTESTA -  In tema di Ucraina fa parlare l'episodio della giornalista statunitense di Russia Today America, emittente finanziata da Mosca, che si è dimessa in diretta per protestare contro la politica del Cremlino in Ucraina. Liz Wahl ha detto agli spettatori di non poter più lavorare per l’emittente, perché -ha accusato- “giustifica” l’operato del presidente Vladimir Putin. La giornalista ha raccontato di essere nipote di immigrati fuggiti dall’Ungheria, proprio durante la rivoluzione in epoca sovietica: “Sono orgogliosa - ha aggiunto - di essere americana e credo nella diffusione della verita’ ed e’ per questo che mi dimetto".

 

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Via: qn.quotidiano.net


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