Vertice Asem, basta che all’Italia non resti solo il gelato

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Il decimo vertice Asem che si sta svolgendo a Milano si è aperto stamattina con una specie di red carpet geopolitico. I capi di stato e le delegazioni dei ventinove paesi dell’Unione europea (insieme con Norvegia e Svizzera) e di ventidue paesi partner asiatici hanno sfilato durante la cerimonia d’apertura del summit euro-asiatico al centro congressi MiCo della Fiera di Milano, il cui tema quest’anno è “Responsible Partnership for Growth and Security”.

 

 

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L’Eurasia al completo e in grande spolvero ha usato la mattinata di oggi per alcuni incontri bilaterali e per discutere brevemente di questioni più economiche, per esempio all’Asia-Europe Business Forum. Stasera, poi, si trasferiranno tutti a Palazzo Reale dove il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, offrirà la cena (no, il menù non siamo riusciti a trovarlo). Nonostante la presenza dei rappresentanti di ben cinquantatré nazioni a Milano, l’attesa è tutta per il presidente russo Vladimir Putin. Questa mattina due attiviste Femen hanno inscenato il solito spettacolino a tette al vento davanti al Duomo di Milano, subito prima che iniziasse il piano di sicurezza straordinario antiterrorismo (alle 14 di oggi).  Nel frattempo, Putin stringeva accordi commerciali con il primo ministro serbo Aleksandar Vucic a Belgrado. Non si sa ancora quando il presidente russo atterrerà a Milano, ma di sicuro domani sarà il giorno dell’atteso incontro con il presidente ucraino Pedro Poroshenko. I due leader saranno prima ricevuti separatamente dal presidente Napolitano.

 

Un’accoglienza più fredda ma non meno contestata quella ricevuta dal neo premier tailandese, il generale Prayuth Chan-Ocha, capo della giunta thailandese al potere dal golpe del 22 maggio scorso. Durante una manifestazione a Milano, questa mattina, alcuni ragazzi hanno mostrato le immagini di Fabio Polenghi, fotografo italiano rimasto ucciso nel 2010 a Bangkok da un proiettile in dotazione dell’esercito tailandese negli scontri tra esercito e camicie rosse. Stamattina il generale Prayuth ha scattato molte photo opportunity, nel tentativo di accreditarsi definitivamente nel mondo dei potenti.

 

Sugli accordi commerciali e, più in generale, sulle relazioni sempre più strette tra Italia e Cina ha raccontato già tutto Claudio Cerasa. Il primo incontro bilaterale del premier italiano Matteo Renzi è stato però con il suo omologo giapponese Shinzo Abe. Accolto amichevolmente, a sentire le brevi dichiarazioni successive i due leader avrebbero parlato praticamente solo di cibo (“Ho invitato il mio amico Shinzo a mangiare una cotoletta alla milanese, e ho scommesso di portarlo a Napoli a mangiare la pizza!”) – poco male, perché il settore alimentare è l’unico, del mercato italiano, a interessare davvero il Giappone in vista soprattutto dell’Expo 2015.

 

Quasi inosservata – almeno sui media – è passata la presenza della presidente sudcoreana Park Geun-hye, la 60enne figlia dell’ex dittatore Park Chung-hee che guidò il paese asiatico per 18 anni dopo un colpo di stato. Leader del partito conservatore Saenuri, la Park è a capo della Corea del sud dal dicembre del 2012 e per lei è il primo vertice Asem ma soprattutto il primo viaggio di stato in Italia. E’ per questo che alla sua presenza all’Italy-Korea business forum ieri è stato dato parecchio risalto sui giornali coreani.

 

 

Ieri sera al consolato milanese della Corea del sud la presidente Park ha incontrato funzionari e uomini d’affari stretta in un meraviglioso hanbok (il vestito tradizionale coreano) celebrativo: verde, bianco e rosso. Peccato che nel video proposto dal sito ufficiale della Casa blu (il palazzo presidenziale di Seul) non si veda nemmeno un italiano presente.

 

 

La presidente Park, durante il discorso, ha citato il gelato mangiato da Audrey Hepburn in “Vacanze Romane” come simbolo della cooperazione economica tra Corea e Italia – visto che il gelato è una cosa che si esporta molto bene in Asia. E quindi di nuovo cibo. Ha detto che i due paesi devono stringere relazioni molto più forti, vista la somiglianza del sistema economico e di grandi imprese a conduzione familiare.  “Il governo ritiene che della cooperazione con l'Italia potrebbero beneficiare le piccole e medie aziende in Corea. Le Pmi in Italia costituiscono il 99 per cento della forza industriale del paese. La maggior parte di loro ha meno di 250 dipendenti, ma insieme producono il 65 per cento delle esportazioni del paese e rappresentano il 80 per cento dei posti di lavoro del paese”. Ma nonostante Corea e Italia siano tra i dieci maggiori esportatori del mondo, il volume d’affari tra i due paesi è pressoché insignificante: 6,5 miliardi di dollari all’agosto di quest’anno. L’Italia è al ventinovesimo posto delle destinazioni d’esportazione sudcoreane. Alla chiusura del summit Asem domani, la presidente Park si sposterà a Roma per altri due giorni durante i quali incontrerà Napolitano e Renzi.

 

A parte le riunioni bilaterali, Milano ha mancato l’occasione del vero incontro di rilevanza internazionale che tutti avrebbero voluto: quello tra Giappone, Corea del sud e Cina. Nessun vertice previsto, come spiega qui Stefano Carrer, mentre soprattutto tra Tokyo e Seul i rapporti sembrano sempre più freddi, almeno mediaticamente.

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Via: ilfoglio.it


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