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In occasione della “Giornata internazionale Topless Jihad” a difesa di Amina Tyler, la ragazza tunisina che ha postato su Facebook le sue foto a seno nudo scatenando l’ira dei conservatori islamici che ne chiedono la lapidazione, tre Femen hanno manifestato di fronte al consolato tunisino a Milano.
Si chiamano Giorgia, Elvire e Tiziana, fanno parte della sezione francese del movimento e raccontano che cosa sanno di Amina. “Stavamo preparando un’azione delle nostre, in topless, da fare in Tunisia con lei – spiega Elvire – Lei avrebbe voluto farla da sola ma noi le abbiamo detto di aspettare. Lei ha deciso, nel frattempo, di pubblicare la sua foto a seno nudo coperto dalla scritta “il mio corpo mi appartiene e non è di nessuno” ma la situazione da lì è degenerata. Per cinque giorni non abbiamo più saputo nulla di lei. Poi ci siamo messe in contatto con due giornalisti che l’hanno intervistata e che ci hanno detto che è segregata in casa e non sta bene: il cugino l’ha picchiata e i genitori le danno tranquillanti per non farla reagire. Non la mandano nemmeno a scuola. Dicono che è pazza e che si fatta manipolare da persone esterne. Ma non è vero: è lei che è venuta da noi”.
Le Femen stanno facendo pressione attraverso una serie di contatti locali (non vogliono dire quali) per fare in modo che Amina venga liberata e che possa espatriare. “Non siamo però ancora riuscite a parlare con lei. Ci hanno detto che lei forse non vuole andarsene ma restare in Tunisia e lottare da lì per la libertà delle donne arabe – spiega Elvire – E’ la prima volta che una ragazza araba viene sequestrata dopo un’azione. Ci sono delle Femen che avevano fatto manifestazioni in Tunisia ma mai a seno scoperto. Noi siamo qui perché ci rendiamo conto che la situazione è difficile e vogliamo lottare per lei. Lei non è sola e deve essere liberata”.
La protesta del 4 aprile è stata proclamata a livello internazionale – in Francia 15 attiviste riunite davanti all’ambasciata tunisina di Parigi sono state arrestate dalla gendarmerie – dopo che le Femen hanno chiesto a tutte le donne del mondo di inviare foto a seno nudo in segno di solidarietà con la 19enne tunisina. Nei giorni scorsi il sito delle attiviste è stato hackerato due volte e in homepage sono state lasciate una serie di minacce e insulti. Tra questi: “Vi taglieremo i seni e li daremo da mangiare ai nostri cani”.
“Ma noi non ci facciamo intimidire – aggiunge Elvire. – Anzi, le nostre azioni diventeranno sempre più radicali proprio a causa delle reazioni violente dell’Islam nei confronti del corpo femminile. Un comportamento come quella che c’è stato contro Amina è una dichiarazione di guerra”.
Giorgia che è italiana così come Tiziana (entrambe hanno preso parte all’azione di Milano) dice che presto nascerà un gruppo Femen anche in Italia. “Stiamo organizzando il movimento e ci sono ancora cose da sbrigare a livello logistico. Di noi c’è bisogno anche qui: siamo attiviste femministe che lottano per l’uguaglianza tra donne e uomini, vogliamo la fine di ogni cultura patriarcale, siamo contro le dittature, la religione e lo sfruttamento sessuale. In Italia c’è un bel po’ di lavoro da fare”.
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Via: ilfattoquotidiano.it
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