TUNISIA, LE SUE FOTO Su FACEBOOK. Raggiunta da UNA FATWA: «LAPIDATELA»
Dopo le minacce scomparsa l'attivista
di Femen che si è mostrata a seno nudo
Forse rapita dopo le minacce dell'imam: «Merita la morte». La fondatrice del movimento: «Non la sento da 3 giorni»
Le foto di Amina su Facebook
Da martedì 19 non si hanno più notizie di Amina, l'attivista tunisina di Femen minacciata per avere pubblicato, sulla sua pagina di Facebook, delle foto che la ritraggono con il seno nudo su cui ha scritto, in arabo, la frase «il mio corpo mi appartiene e non è di nessuno». Nei suoi confronti un predicatore islamico ha indirizzato una vera e propria fatwa, giudicandola meritevole della lapidazione.
STUDENTESSA LICEALE - La pagina che la donna, 19 anni, studentessa liceale, ha sul social network, dopo essere stata piratata da qualcuno che ha detto chiamarsi al Angour, non è più stata aggiornata. Cosa che ha alimentato i timori di Femen, che ha lanciato l'allarme. Dopo la pubblicazione delle sue fotografie, la liceale è stata bersaglio di critiche, ma anche di minacce di morte da parte di presunti salafiti. Il predicatore integralista Adel Almi si è spinto a dire, appunto, che Amina, con il suo gesto, merita la lapidazione. E, quindi, con tanto di dichiarazione ufficiale, auspicato, nell'ordine, la quarantena (trattandosi a suo dire di una malattia che potrebbe divenire epidemia e quindi potenzialmente coinvolgere altre ragazze), la fustigazione (dieci frustate alla schiena, magari in pubblico, per dare l'esempio) e infine la lapidazione: «finchè morte non sopraggiunga»
L'immagine con la scritta: «Il mio corpo mi appartiene e non è di nessuno»
«CELLULARE SPENTO» - La fondatrice del movimento Femen, Inna Shevchenko, conferma nella giornata di venerdì 22 di non riuscire a contattatare Amina: «Il suo cellulare è spento da tre giorni, il suo conto Facebook è disattivato, così come quello su Skype», ha detto Inna Shevchenko al quotidiano francese Liberation. «Abbiamo ricevuto messaggi nei quali è indicato che sta con la sua famiglia e che sta bene, ma non conosciamo le persone che ce li hanno inviati. Con le sue foto voleva dare il suo sostegno a Femen, come tante donne nel mondo. Eravamo in contatto con lei da due settimane, desiderava lanciare Femen in Tunisia».
CLIMA TESO - Da giorni attorno alla ragazza c'era un clima tesissimo. Amina ha avuto il coraggio - o la sfrontatezza, secondo i suoi detrattori - di farsi fotografare col seno nudo, sul quale ha scritto, in arabo, la frase-chiave della protesta di Femen: «il mio corpo mi appartiene e non è di nessuno». Le foto sono finite sulla pagina di Facebook «Femen-Tunisian fanpage», raccogliendo, nel giro di pochi giorni, 3.700 amici, ma anche una messe di insulti e proteste per quel che viene definito un atto volgare e puramente esibizionistico.
LE FOTO SU FACEBOOK - Per dare ancora maggiore enfasi alla sua protesta, nelle foto Amina s'e fatta ritrarre con la sigaretta in mano, in una Tunisia dalla formale pudicizia, in cui le ragazze non fumano in strada, mentre lo fanno tranquillamente nei caffè e nei ristoranti. Alle proteste che sono seguite alla sua iniziativa (inaugurata l'11 marzo), la ragazza - ormai ospite fissa di molti talk show - risponde con sorpresa, perchè, dice, la sua è una mossa che vuole soltanto difendere la donna e non certo offendere i tunisini e le tunisine.
LA FAMIGLIA PRENDE LE DISTANZE - Quanto ha fatto - passibile in Tunisia dal punto di vista penale di una condanna a sei mesi di reclusione per offesa al pudore - le ha creato la dichiarata ostilità anche della sua famiglia che, come ha detto la sorella andando in televisione, è conservatrice e non accetta il suo comportamento. Anzi, se ne dissocia totalmente, quasi al punto di annunciarne l'allontanamento.
.
23 marzo 2013 | 9:25© RIPRODUZIONE RISERVATA
Via: corriere.it
Short link: Copy - http://whoel.se/~1i0cD$2Ri